Riparto Fondo incremento indennità Sindaci e Assessori anno 2022. Aumenteranno anche le competenze?

 
 

Pubblicato il riparto del fondo di 110 milioni di euro per l’anno 2022 a titolo di concorso alla copertura del maggiore onere sostenuto dai Comuni delle Regioni a statuto ordinario, per l’incremento dell’indennità di funzione dei Sindaci metropolitani e dei Sindaci dei Comuni ubicati nelle stesse regioni. L’incremento vuole creare le condizioni per migliorare la qualità delle amministrazioni


Il Ministero dell’interno, Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, ha reso noto con la Circolare n. 60 del 31 maggio 2022 il  Decreto del Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, del 30 maggio 2022, con i relativi Allegati A e B, recante: «Riparto del fondo di 110 milioni di euro per l’anno 2022, di cui all’articolo 57-quater, comma 2, del decreto-legge 26 ottobre 2019, n.124, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 2019, n.157, come incrementato dall’articolo 1, comma 586, della legge 30 dicembre 2021, n.234, a titolo di concorso alla copertura del maggiore onere sostenuto dai comuni delle regioni a statuto ordinario, per l’incremento dell’indennità di funzione dei sindaci metropolitani e dei sindaci dei comuni ubicati nelle stesse regioni», in applicazione dell’articolo 1, comma 587, della Legge n.234 del 2021.

La Legge 234/2021, con cui è stato approvato il bilancio dello Stato per il 2022, ha aumentato le indennità di carica per i Sindaci dei Comuni delle regioni a statuto ordinario (6.565 Comuni su un totale di 7.903); conseguntemente aumenteranno anche i compensi degli altri amministratori comunali. La legge approvata in via definitiva dal Parlamento il 29 dicembre 2021, prevede ai commi da 583 a 587 dell’articolo 1, un incremento delle indennità di funzione dei Sindaci dei Comuni capoluogo sede di città metropolitana e dei Sindaci dei Comuni delle Regioni a statuto ordinario in una misura percentuale, proporzionata alla popolazione, al trattamento economico complessivo dei Presidenti delle Regioni (attualmente pari a 13.800 euro lordi mensili).

Il Parlamento pertaanto ha ritenuto opportuno aggiornare i compensi degli amministratori degli enti locali stabiliti nel 2000, ridotti del 10 per cento nel 2006 e aumentati per i soli comuni fino a 3 mila abitanti nel 2019.
Alcuni aspetti meritano di essere sottolineati: rispetto alla precedente, la nuova mappa delle indennità accentua le differenze tra comuni che potrebbero richiedere ai loro amministratori un impegno simile. Il maggiore onere finanziario degli incrementi è interamente coperto dal bilancio statale.

Anche le indennità di funzione di Vicesindaci, Assessori e Presidenti dei Consigli comunali saranno adeguate alle indennità di funzione dei corrispondenti Sindaci con l’applicazione delle percentuali vigenti nel D.M. 119/2000. Aggiungo che l’ammontare di tali indennità è attualmente proporzionale a quella dei Sindaci, in una misura che varia in rapporto alla classe demografica dell’ente locale: dal 15 al 75% per il Vicesindaco, dal 10 al 65% per gli Assessori, dal 5 al 10% per il Presidente del Consiglio comunale per i comuni fino a 15.000 abitanti mentre per quelli con popolazione superiore è corrisposta un’indennità mensile di funzione pari a quella degli assessori dei Comuni della stessa classe demografica.

Il comma 583 dell’articolo 1 prevede che, a decorrere dal 2024, l’indennità di funzione dei Sindaci metropolitani e dei Sindaci dei comuni ubicati nelle regioni a statuto ordinario, sia parametrata al trattamento economico complessivo dei presidenti delle regioni sulla base delle seguenti percentuali che tengono conto della popolazione residente:
a) 100 per cento per i sindaci metropolitani;
b) 80 per cento per i sindaci dei comuni capoluogo di regione e per i sindaci dei comuni capoluogo di provincia con popolazione superiore a 100.000 abitanti;
c) 70 per cento per i sindaci dei comuni capoluogo di provincia con popolazione fino a 100.000 abitanti;
d) 45 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti;
e) 35 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione da 30.001 a 50.000 abitanti;
f) 30 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione da 10.001 a 30.000 abitanti;
g) 29 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione da 5.001 a 10.000 abitanti;
h) 22 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione da 3.001 a 5.000 abitanti;
i) 16 per cento per i sindaci comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti.

Rispetto alle fasce dei Comuni che la norma distingue in base alla popolazione, va
specificato che – in base al tenore letterale della norma – tutti i Sindaci dei Comuni
Capoluogo di Provincia con popolazione pari o al di sotto di 100mila abitanti, rientrano nel
parametro della fascia c).
E’ prevista inoltre (comma 584 ), che, in sede di prima applicazione, tale indennità di
funzione sia adeguata al 45% e al 68% delle suddette percentuali rispettivamente negli anni 2022 e 2023. Altresì, a decorrere dall’anno 2022, la predetta indennità possa essere corrisposta nelle integrali misure (misure a regime nel 2024) di cui alle lettere precedenti nel rispetto pluriennale dell’equilibrio di bilancio.
Rispetto alla suddetta fase di prima applicazione, l’importo da applicarsi per il 2022 e
per il 2023 si ottiene calcolando rispettivamente il 45% e il 68% sull’aumento/differenza dell’importo totale a regime per il 2024 previsto per
ciascuna classe demografica di Comune.

Le nuove indennità migliorano la condizione economica dei Sindaci anche nelle cittadine di provincia di media dimensione e nei piccoli paesi. Questi livelli retributivi possono incentivare la partecipazione alle elezioni per la carica di Sindaco anche di persone con un buon livello di competenze e con redditi medio-alti.
L’intento del legislatore (sulla carta) è quello di utilizzare la leva economica per aumentare la “qualità dei vertici politici dei Comuni”.

Un punto dolente, ancora oggi, non è stato risolto, mi riferisco alla frammentazione della rete amministrativa del nostro paese (7.903 Comuni alla data del 1 gennaio 2022, fonte: https://www.tuttitalia.it/regioni/numero-comuni/). Nelle sole regioni a statuto ordinario, 65 comuni hanno meno di cento abitanti, 882 meno di cinquecento; oltre la metà dei comuni conta meno di tremila abitanti.
Per i cittadini, però, cambia poco, dato che resta immutata la qualità e la quantità dei servizi di cui possono usufruire. La possibilità di ampliarli e migliorarli dipende principalmente dalle economie di scala che si possono ottenere dalla fusione di più enti. 

Lascia invero perplessi che un provvedimento che interviene su questa materia in modo così significativo sia passato (quasi) inosservato. Sarebbe stato opportuno trattare il tema pubblicamente, spiegando le ragioni alla base della proposta risultando complessivamente più efficace anche al fine di contrastare le classiche derive populiste.

La prossima tornata elettorale comporterà pertanto un incremento dlle indennità degli Amministratori, auspico sia accompagnata da altrettanto innalzamento delle competenze e professionalità degli stessi.

Alberto Speciale

Allegati
 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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