Stop alla riforma Salvini del codice della strada

 
 

Il Comune di Verona si unisce alle decine di amministrazioni locali italiane che chiedono uno stop alla revisione del Codice della Strada proposta dal Ministro dei Trasporti Matteo Salvini che limita l’autonomia e le competenze dei Comuni sulle decisioni che riguardano lo sviluppo della mobilità sostenibile, la sicurezza stradale e la programmazione urbanistica della città. 

E’ stato infatti approvato ieri sera in Consiglio comunale l’ordine del giorno di cui è primo firmatario il consigliere dem Michele Bresaola, redatto sulla base di quanto già presentato e approvato a Milano, Torino, Bologna e altre città, che invita la giunta ad intervenire urgentemente, anche attraverso l’Anci, presso il Governo e il Parlamento affinché siano garantire le prerogative dei Comuni in materia; vengano confermati gli obiettivi di riduzione della mortalità stradale contenuti nel Piano Nazionale Sicurezza Stradale 2030 e vengano ripristinati gli incentivi per lo sviluppo della mobilità sostenibile. 

Il nuovo codice prefigurato dalla riforma Salvini impone l’intervento del Ministero sulla progettazione e realizzazione di piste ciclabili, zone a traffico limitato, aree pedonali e aree di sosta; ostacola l’introduzione dei nuovi strumenti di mobilità ciclistica quali corsie ciclabili, sensi unici ciclabili e case avanzate; limita l’utilizzo dei dispositivi necessari a far rispettare le regole della strada rendendo in generale molto più complicato provvedere alla tutela degli utenti più deboli della strada quali pedoni, ciclisti, micromobilità elettrica, bambini e anziani.

L’iniziativa legislativa è già oggetto di una campagna nazionale di mobilitazione animata dal cartello di associazioni di “Città30Subito”. 

“Possono essere giudicati positivi gli inasprimenti delle sanzioni nei confronti di chi si mette alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, dall’altra parte non è accettabile che non si lavori sulla velocità in strada che, assieme alla distrazione, è la principale causa di incidenti stradali” commenta il consigliereMichele Bresaola. “Inoltre limitando supporti per la mobilità sostenibile, in particolare quella ciclistica e dei monopattini, si compiono passi indietro del tutto anacronistici. Ricordiamoci che i paesi europei dove gli incidenti stradali sono più bassi e dove ci sono meno morti e meno feriti sono quelli dove c’è più diffusione di bici, monopattini, uso del trasporto pubblico e piedi. Il Codice della Strada del Ministro Salvini fa tornare indietro il Codice italiano, ci allontana dai paesi europei più virtuosi dove l’uso dell’auto è minore e dove le strade sono più sicure per tutti, limiterà autonomia agli enti locali e renderà le strade italiane meno sicure per chi si muove a piedi e in bicicletta, ossia gli utenti deboli della strada. Un codice debole con i forti e forte con i deboli”.

 
 

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