Un voto che vale (anche) 600 posti di lavoro; l’iter di AMIA “in-house” è alle battute finali

 
 

Minuti contati per il project financing di Amia, in arrivo la revoca definitiva che darà il via al percorso per mantenere ‘in house’ la raccolta dei rifiuti e la cura del verde.

Entro fine anno si giungerà all’affidamento diretto al Comune, operazione che permetterà di salvaguardare l’azienda e centinaia di posti di lavoro, oltre che rendere sempre più efficiente il servizio.
La Giunta comunale ha approvato lo stop decisivo al project, che giovedì sarà all’ordine dei lavori del Consiglio comunale per il voto finale.

La prima sospensione del project era stata votata dall’aula, già nel febbraio 2018, con la mozione numero 168 (primo firmatario il consigliere Mauro Bonato), che ha raccolto il voto unanime dei trenta consiglieri presenti, assenti alla votazione i membri della Lista Tosi e Gruppo Fare.
L’iter del procedimento ha subito alcuni rallentamenti dovuti alla pandemia e alla fusione Agsm-Aim.
Numerose le operazioni che, nell’ultimo anno, hanno visto coinvolte le aziende a partecipazione pubblica. Dall’aumento di capitale di Veronafiere a quello dell’aeroporto Catullo, dove sono già partiti i lavori per la realizzazione del nuovo terminal.
Dalla fusione tra Agsm e Aim, attesa da anni, al coinvolgimento di nuovi investitori per Fondazione Arena, alla liquidazione di Immobiliare Magazzini.

Il sindaco Federico Sboarina e l’assessore alle Aziende partecipate Stefano Bianchini hanno illustrato l’iter che metterà la parola fine al project di Amia.
Presenti il direttore generale del Comune Fabio Gamba e la dirigente all’Amministrativo Gestione del Territorio Autorità di Bacino Donatella Fragiacomo.

Con la revoca del project di Amia, diamo il via al percorso per arrivare entro fine anno all’in house – ha detto il sindaco -. È un’operazione necessaria per garantire l’efficienza del servizio, del quale usufruiscono 260 mila veronesi, così come il futuro dell’azienda pubblica e la tranquillità dei circa 600 dipendenti, e quindi di altrettante famiglie. Un percorso sostenibile dal punto di vista economico-finanziario per il Comune di Verona. Una svolta per tutti quei lavoratori che dal 2013 vivono nell’incertezza. La raccolta rifiuti e la gestione del verde devono rimanere della città. non possiamo correre il rischio che una gara li metta in mano a società diverse. Il project, che qualche alchimista della precedente Amministrazione aveva pensato, avrebbe determinato un bagno di sangue, in primis per l’azienda e i lavoratori che avrebbero dovuto fare i conti con offerte aggressive di soggetti terzi, e poi per le casse comunali. Ci saremmo trovati a dover scegliere se perdere la nostra azienda o se esborsare cifre milionarie per affidare il servizio ad Amia. Un dramma occupazionale o economico. Negli ultimi anni abbiamo messo mano alle nostre partecipate mettendo in sicurezza situazioni che prima erano sull’orlo del precipizio e generando utilità.

Dopo l’esame e la votazione in Consiglio comunale, scatterà il timer per l’in house – ha spiegato Bianchini -. Si procede verso una nuova strada, condivisa da tutti. Già in febbraio e maggio scorso, infatti, i consiglieri hanno approvato la sospensione del project. Ora si va verso la tutela della nostra azienda e dei lavoratori. Abbiamo già avviato gli incontri con il gruppo Agsm-Aim per predisporre il percorso che ci porterà, entro la fine dell’anno, all’affidamento diretto. Stiamo studiando lo stesso piano di azione anche per Serit.

Verrà costituita una nuova società che avrà il perimetro attuale di Amia e alla quale verranno trasferiti lavoratori, beni e mezzi – ha aggiunto Gamba -. La nuova azienda dovrà essere iscritta al registro Anac per le società affidatarie dei servizi pubblici, il tutto coerentemente con il piano di bacino dei rifiuti. Attenzione e cura saranno riservate al preservare gli equilibri sia aziendali che dell’efficienza del servizio reso al territorio”.

 
 

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