Arte contemporanea: il punto di vista dalla galleria. Intervista a Francesco Sandroni, marcorossiartecontemporanea

 
 

«Credo che un vero amore per l’arte sia un dono, quanto il crearla; e può anche essere che entrambi scaturiscano dalla stessa sorgente mentale»: è una riflessione di Bernard Berenson, che nell’arte ha vissuto per oltre novant’anni. Quanto un’opera significativa agli occhi di chi guarda può aprire la mente o il cuore, suscitare emozione o, semplicemente e puramente, l’idea della bellezza! Ma, indubbiamente, rispetto all’arte “riconoscibile” dei secoli passati, quella contemporanea è più difficile da penetrare, astratta, concettuale: spesso non basta lo sguardo a creare un immediata empatia con l’osservatore. L’edizione “Artefiera” di Bologna (27-30 gennaio) ha presentato le tendenze attuali: un appuntamento non solo estetico e commerciale, ma anche didattico, utile ad affinare la capacità di cogliere autenticità e originalità (che, va detto, non sono sempre per forza presenti) anche nei non addetti ai lavori.

A manifestazione archiviata, abbiamo chiesto a Francesco Sandroni – direttore e socio della galleria marcorossiartecontemporanea, sede di Verona – di fare, da esperto, il punto: quali le impressioni ricavate da Artefiera 2017? «I commenti alle fiere sono sempre i più disparati, sia tra il pubblico che tra gli espositori; a mio avviso Artefiera si conferma un buon evento con una notevole affluenza di pubblico; quest’anno ci sono stati segnali incoraggianti per quello che riguarda il mercato, abbiamo venduto bene anche a nuovi collezionisti, esclusivamente italiani ed è un dato evidente l’assenza degli stranieri. Ritengo che l’indirizzo della nuova curatrice sarà più evidente dalle prossime edizioni».

Quali altri appuntamenti suggerisce per chi vuole una panoramica esaustiva dell’arte contemporanea? «In Italia l’appuntamento più rilevante per l’arte contemporanea è Artissima a Torino, in Europa la fiera di Basilea e Frieze a Londra sono indubbiamente eventi di grandissimo interesse. Però voglio aggiungere che il modo migliore per tenersi aggiornati è frequentare le gallerie, e a Verona ci sono ottime gallerie».

Verona è anche la sede di Artverona: è sui binari giusti o perfettibile? «Tutto è perfettibile. Gli organizzatori di ArtVerona lavorano molto bene, a partire da Sara Benedetti project manager, ma sicuramente c’è sempre la possibilità di migliorare. Poiché il direttore artistico Andrea Bruciati ha avuto un incarico prestigioso e deve lasciare il posto, vediamo chi sarà il sostituto e che novità porterà».

Verona e l’arte contemporanea: un rapporto vivo? «L’arte contemporanea ha sempre trovato grandi difficoltà nell’affermarsi a Verona, città di straordinaria bellezza ma poco incline alle novità, da parte dei cittadini, ma anche delle istituzioni. Mancano spazi dedicati al contemporaneo, i quotidiani locali appaiono assolutamente disinteressati, manca l’assessorato alla cultura. Per fortuna ci sono ottime gallerie come Studio La Città, che colmano le lacune delle istituzioni».

Si parla di un parco dell’arte all’Arsenale: che ne pensa? «Riallacciandomi alla domanda precedente, è chiaro che ogni apertura di nuovi spazi dedicati all’ arte è auspicabile, ma con che progetto? Con quali finalità? Non basta un bel contenitore, ci vogliono idee, sinergie , altrimenti non si va da nessuna parte».

Come si muove il mercato attualmente? Quali le tendenze più in evidenza? «Domanda molto difficile, il mercato è ondivago ed è difficile orientarsi. Si passa dalla “riscoperta” di artisti dimenticati all’esaltazione di giovani sconosciuti; direi che c’è un offerta molto ampia e variegata, in cui bisogna farsi guidare dal proprio istinto e fidarsi delle gallerie serie».

Storia dell’arte: un artista prediletto del passato? «Non conosco abbastanza a fondo l’arte antica  e medioevale per poter esprimere delle preferenze. Sicuramente Piero della Francesca mi emoziona, poi, passando al Novecento, penso a Boccioni e, per il contemporaneo, Anish Kapoor».

Chi vorrebbe ospite dei suoi spazi? E chi l’ha più sorpresa? «L’artista con cui ho il privilegio di lavorare e che mi sorprende ogni volta è Valerio Berruti, di cui la galleria ha ospitato una bellissima mostra fine 2016, con l’istallazione di alcune grandi sculture davanti al Duomo. Chi vorrei ospitare? Tanti, ma direi Shirin Neshat, grande artista iraniana».

Il sottile margine tra arte ed esibizionismo oggi: come “riconoscere” chi crea da chi vuol solo far commercio (e soldo)? «Le gallerie devono garantire la serietà e qualità degli artisti che propongono, quindi bisogna affidarsi a professionisti seri e non a persone improvvisate».

Sotto il cappello MARCOROSSI artecontemporanea opera un gruppo di gallerie d’arte, divenuto negli anni uno dei punti di riferimento per il mercato del contemporaneo in Italia; nato con il nome di Spirale Arte nel 1994, oggi conta tre sedi, a Milano, Pietrasanta, Verona, oltre a Eventinove a Torino. Ciascuna galleria è composta da uno staff di professionisti e viene coordinata dal fondatore Marco Rossi, esperto del mercato dell’arte contemporanea da oltre tre decenni.
Il programma artistico è focalizzato sulla pittura, astratta e figurativa, sulla scultura e sulla fotografia di artisti italiani e internazionali, a cui si accompagna la partecipazione alle principali fiere d’arte in Italia.
Le gallerie, oltre ad essere centri di esposizione e consulenza d’arte, sono approdo anche per il nuovo – e spesso giovane – collezionista, che desidera avvicinarsi a questo mondo, affiancato da una guida competente, in grado di integrare cultura, comunicazione, charity, marketing. Il prossimo passo prevede uno spazio in Arabia Saudita, a Riad, mèta per molti importanti collezionisti che vivono tra lì e Londra.

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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