A Verona visione autarchica e chiusa al cambiamento

 
 

LETTERE ALLA REDAZIONE

Ci mancava solo un prete che “scomodasse” Sant’ Antonio ringraziandolo per aver impedito l’arrivo dell’Ikea, una delle decisioni della Amministrazione comunale di Verona più infauste e dannose per lo sviluppo economico e sociale del nostro territorio.

Don Malfer ha addirittura utilizzato la messa per rivelare le sue “doti di esperto in economia e diritto del lavoro”? Mi chiedo da dove abbia ricevuto informazioni così certe che Ikea non avrebbe garantito adeguati salari ai dipendenti..

Il parroco si è reso conto della crisi, della mancanza di lavoro e di investimenti seri e programmati che caratterizzano questo periodo storico? Mi sembra una follia scagliarsi contro i centri commerciali e le opere di sviluppo imprenditoriale.

Inoltre se facessi parte del management del colosso svedese chiederei ai legali della azienda di valutare se ci siano gli estremi per una querela.

In un periodo di assoluto immobilismo da parte della Amministrazione comunale su ogni progetto rilevante per lo sviluppo di Verona, questa “benedizione” non fa altro che rimarcare il patto evidente tra le forze conservatrici e stataliste che controllano la nostra città.

No all’Ikea, NO al Traforo, NO all’Arsenale, NO ai centri commerciali.

Tutto bloccato in una visione del mondo autarchica e chiusa al cambiamento.

Dove pensiamo di andare con questa visione politica retrograda del mondo?

Giorgio Pasetto

 
 

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