Solitudine, ansia; sportello d’ascolto per combattere l’onda lunga del COVID19

 
 

Proseguono le iniziative a cura della II Circoscrizione a supporto delle categorie che si dimostrano più fragili, non solo economicamente: le limitazioni imposte per fronteggiare l’emergenza sanitaria da COVID19 hanno infatti obbligato gli anziani ad una vera e propria reclusione forzata, favorendo così l’aggravarsi o l’instaurarsi di situazioni di solitudine e isolamento considerata anche la sospensione di tutte le attività di socializzazione e convivialità che gruppi e associazioni organizzavano nei quartieri.

Nell’intento di dare una risposta a queste problematiche, dalla scorsa settimana ha preso avvio il progetto “Ti Sos-Tengo”, ideato dalla cooperativa sociale ‘Assixto Verona Onlus’ in collaborazione con la II Circoscrizione.

Il progetto nasce per fornire un sostegno telefonico a distanza agli anziani della zona, tramite il lavoro di dottoresse specializzate.
L’attuale pandemia ha sicuramente avuto e tutt’ora ha un impatto non trascurabile sulle persone anziane, bombardate dalle mass media con notizie che le definiscono come soggetti più vulnerabili e colpiti in modo più drammatico dal virus.
Oltre al terrore e al senso di precarietà che le persone anziane sperimentano, si aggiunge l’isolamento più o meno forzato a cui sono costrette, con un aumento considerevole di un vissuto di solitudine.

Da questi fattori nasce la volontà di sostenere e gestire queste persone, con un contatto delicato e non invasivo. Il progetto mette a disposizione gratuitamente un colloquio settimanale, con orario concordabile direttamente tra le parti interessate.
Il progetto vuole soprattutto evitare la crescita di ansia e disagi psicologici in persone sole offrendo un punto di ascolto telefonico” – afferma soddisfatto il presidente della II Circoscrizione Elisa Dalle Pezze.
“Gli anziani
– prosegue – sono stati non solo le principali vittime della malattia, anche tra le varie fasce di età quella che ha sofferto più duramente le misure preventive di distanziamento fisico cui è stata sottoposta la popolazione per fermare il contagio. Ancora oggi non tutti possono riabbracciare i propri nipoti e figli. Dopo mesi d’isolamento domiciliare, molti hanno sviluppato ansie e paure. C’è chi ha subito la perdita di un parente, di un amico, di un vicino di casa. Chi addirittura quella della propria moglie o marito. Questo carico di sofferenze rende difficile riprendere la vita di prima“.

 
 

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