Referendum: informazione o commedia?

 
 

In apparenza sembrava un incontro per esaminare, verificare, informare; in realtà l’evento organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza di Verona non ha ottemperato all’obiettivo che sembrava essere quello di dare gli elementi per un voto consapevole. A Daniele Butturini (docente di Diritto costituzionale) e Ilaria Carlotto (docente di Diritto pubblico) la Riforma Costituzionale che verrà sottoposta a referendum confermativo, per il quale ancora non abbiamo la data, proprio non piace. Lo si è capito benissimo da come hanno illustrato le modifiche che sono state introdotte, dove ne hanno soprattutto sottolineato le criticità.

Ma mentre la professoressa Carlotto cercava di spiegare la ratio delle nuove norme, dando spazio a valutazioni sia positive che negative, magari calcando un po’ di più sulle seconde, e quindi, in definitiva, portando avanti una modalità di esposizione abbastanza equilibrata, il professor Butturini non si peritava punto di illustrare le possibili motivazioni dei nuovi articoli della Costituzione, ma si lanciava a capofitto su spiegazioni piene di condizionali, dove di positivo, almeno per lui, nella Legge Boschi non vi era praticamente nulla. Addirittura arrivava ad illustrare la cancellazione delle Province come un atto iniziale di un processo, fingendo di non conoscere che in realtà si tratta del compimento di questo, attribuendo al legislatore la volontà di delegare il completamento di questa operazione a future leggi ordinarie, quando ben si sa che Legge Del Rio e altri provvedimenti hanno invece chiaramente definito i contorni degli Enti di Area vasta e di Città Metropolitane. Si è anche lanciato in uno spericolato, dal punto di vista scientifico, attacco alla modalità di elezione del Presidente della Repubblica. Su questa parte, dove cambiano le maggioranze previste nei vari scrutini, con l’evidente scopo di evitare le penose dirette televisive, come successe quando venne eletto Saragat, cioè la ripetizione all’infinito delle stesse modalità, il professore paventa che ci possa essere l’uscita dall’aula, con conseguente rinuncia alla votazione, di un intero gruppo politico; chiaro riferimento alle modalità parlamentari di un noto movimento. Da dire anche che se il linguaggio del corpo è esemplificativo dello stato d’animo, certamente si capiva che la questione non era accademica: mascella contratta, mezzi sospiri all’inizio di ogni intervento ed espressione corrucciata, non lasciavano dubbi.

Avrebbe potuto essere un’occasione di livello molto elevato per capire i cambiamenti che potrebbero intervenire sulla nostra Carta Costituzionale e sulla nostra vita, per procedere verso un voto consapevole, si è trasformata invece in un goffo comizio politico!

 
 
Lorenzo Dalai, nato a Verona, laureato in filosofia, sono sposato con Marilisa e ho tre figli. Sono stato responsabile dell’organizzazione aziendale di una catena di supermercati e Consigliere provinciale dal 2009 al 2014. Dal 1980 al 1988 Consigliere nazionale della Federazione Italiana Canoa Kayak, Attualmente Consigliere comunale ad Erbezzo.

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