Piante a risparmio idrico e anti Co2 contro i cambiamenti climatici

 
 

Piante a basso consumo idrico e bassa manutenzione, anti-sfalcio e anti Co2. Il futuro sostenibile della città passa dall’architettura del paesaggio. Basta con la sola logica dell’estetica, si ragiona sul ripristino dell’ambiente verde contro i cambiamenti climatici. La gestione del verde pubblico può costare meno e combattere i danni creati dalla cementificazione e dall’aumento delle temperature.

Se ne è parlato nella sede dell’Ordine degli Architetti di Verona nel convegno “Cambiamenti Climatici e Paesaggio” moderato dall’architetto paesaggista Fabio Pasqualini che ha spiegato che “l’architettura del paesaggio è centrale in questo momento storico in cui i cambiamenti climatici stanno generando grossi problemi al nostro Paese. Occorre intervenire su grande scala con vasche di laminazione per contenere il dissesto. Anche questa è architettura del paesaggio”.

“Il paesaggio diventa l’occasione di parlare di buone pratiche, – ha affermato Cesare Benedetti, vice presidente dell’Ordine degli Architetti di Verona – per raccontare di tutte le varie anime che a vario titolo si occupano di questi temi. Per questo l’Ordine degli Architetti scaligero ha riunito in un tavolo di discussione a cui hanno partecipato amministratori locali, la Soprintendenza e anche l’Ordine degli Agronomi di Verona, per raccontare di tutte le varie anime che a vario titolo si occupano di questi temi. Stiamo organizzando un ciclo di incontri sul paesaggio antropizzato e sui cambiamenti climatici: il prossimo si terrà giovedì 22 giugno, per ripensare al verde in un’ottica di basso consumo dell’acqua, di bassi costi di manutenzione ripensando alle nostre esperienze e alle nostre specificità sia della flora, ma anche della fauna che la accompagna”.

“Recuperiamo varietà che troviamo nei nostri contesti. Ad esempio – ha aggiunto il consulente botanico, Valter Angeli – nella pianura padana, sono utilizzati molto l’iris pallida, le achillee millefoglie, le salvie pratensi, tutti generi di varietà che sono temprate dal luogo in cui nascono per cui sono in grado di sopravvivere senza irrigazione, con scarsa manutenzione, persistenza nel tempo e naturalezza”.

All’intervento di Valter Angeli è seguito quello di Stefano Oliboni, responsabile del Verde Pubblico del Comune di Verona, che ha illustrato le nuove metodologie di intervento negli spazi pubblici di Verona. Il convegno è proseguito aumentando la visione di progetto con l’architetto, docente e paesaggista Luigino Pirola per chiudere con la docente universitaria Mariapia Cunico e la sua esperienza nei cambiamenti del giardino a fronte del clima in mutamento.

 
 

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