“La me béla Verona…una città da amare” (e vedere); fotografie del 1900.

 
 

Abitudini, lavori ormai scomparsi, ma anche le inondazioni dell’Adige, l’inaugurazione di musei e le visite dei monarchi di casa Savoia.

Fino al 14 maggio la sala Falcone e Borsellino dell’atrio di Palazzo Barbieri ospiterà la mostra fotografica “La me bela Verona… una città da amare, organizzata dal Comitato Filippini e con il supporto del Consorzio ZAI.

Si potrà ammirare una ricca documentazione fotografica autentica di foto dei primi del 900, mai viste prima dal pubblico, con avvenimenti e personaggi che hanno scritto pagine di storia nelle vie e nelle piazze di Verona.
Il Comitato Filippini si è occupato degli aspetti organizzativi e logistici, mentre il progetto dell’allestimento della mostra è di Silvana Xamo, che ha curato ricerca e selezione delle foto anche per il catalogo, così come i testi sono frutto degli studi storici di Francesca Romana Viviani. La veste grafica del catalogo è opera di Paolo Dalla Via.
In esposizione sono presenti anche alcuni acquerelli di Roberta Facchin, ispirati dalle antiche foto, e alcuni scatti di Luciano Bonazzi che ritraggono scorci della città confrontati con i documenti fotografici del passato.

La Me Bela Verona foto mostra fotografica Palazzo Barbieri Storia Aprile 2022 2
Una splendida e antica fotografica del “quartiere” di Ponte Pietra innevato.

La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta da lunedì a venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18, e il sabato dalle 9 alle 12.
All’inaugurazione sono intervenuti il sindaco Federico Sboarina, gli assessori alle Manifestazioni Filippo Rando e al Decentramento Marco Padovani, il presidente della Prima circoscrizione Giuliano Occhipinti, il presidente del Consorzio Zai Matteo Gasparato, il presidente del Comitato Rionale Filippini Pierantonio Turco e i curatori della mostra Silvana Xamo, Roberta Facchin e Paolo Dalla Via.

E’ una mostra importante in una sala importante, perché dedicata a due grandi magistrati che hanno fatto della legalità la battaglia della loro vita – ha sottolineato il sindaco -. Le istituzioni democratiche devono molto a persone come loro, e noi oggi siamo orgogliosi di unire questi valori alla storia della nostra città. In questa sala si potranno infatti ammirare immagini di un quartiere storico di Verona, facendoci tornare indietro nel tempo con momenti di vita che non abbiamo vissuto ma importanti per la nostra città. Abbiamo radici profondissime, da continuare a coltivare, perché ci hanno permesso di essere quello che siamo oggi, capaci di attraversare momenti difficili, come gli ultimi anni tra pandemia, crisi economica e guerra, perché tanto più siamo legati alla nostra comunità tanto più saremo forti nel proiettarci verso il futuro.

“Questa mostra è per noi un gran bel regalo da parte del Comitato Filippini – ha detto l’assessore alle Manifestazioni -. E’ il frutto di tanto impegno, passione e ricerca, quindi a tutti coloro che si sono adoperati per allestirla vanno fatti i complimenti. Anche il titolo stesso in dialetto è un tuffo al cuore di noi veronesi, che dobbiamo tener vivo il ricordo del nostro passato anche grazie a foto bellissime come sono quelle esposte”.

La mostra è la naturale prosecuzione della precedente “Verona in cantiere” – ha affermato il presidente Turco -. Ci sono flash di vita cittadina, prima e durante la prima Guerra Mondiale. Abbiamo realizzato tutto in casa, anche il catalogo legato alla mostra e, come Comitato, siamo contenti di essere stati autonomi in tutto.

 
 

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