Inaugurazione anno accademico tra sfide archiviate e altre da vincere

 
 

Venerdì nell’Aula Magna del Polo Zanotto, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2022-23 dell’Università di Verona. La mattinata è stata aperta dalla relazione inaugurale del Magnifico Rettore Pier Francesco Nocini che ha ufficialmente aperto il nuovo anno accademico.

Spazio è stato poi dedicato agli interventi del corpo studentesco rappresentato da Francesca Flori, presidente del Consiglio degli studenti e da Giovanni Fiorini del personale tecnico amministrativo di Ateneo.

A seguire è intervenuta la Ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini. 

La cerimonia è proseguita con i saluti istituzionali. Hanno portato i loro saluti il Sindaco Damiano Tommasi, il vicepresidente della Federazione ordini dei farmacisti italiani Luigi D’Ambrosio Lettieri eAntonio Felice Uricchio, presidente dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca

A chiudere la cerimonia il confronto sulla “Salute pubblica post Pandemia”. Sono intervenuti Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, Manuela Lanzarin, assessora alla Sanità e servizi sociali delle Regione Veneto, Alessandro Mazzucco, presidente della Fondazione Cariverona, Evelina Tacconelli, direttrice della sezione di Malattie infettive dell’Ateneo di Verona, Vincenzo Bronte, docente di Immunologia dell’Ateneo scaligero e direttore scientifico dell’Istituto oncologico veneto. 

“In questi quattro anni di mandato – ha dichiarato il Magnifico Rettore Pier Francesco Nocini – abbiamo affrontato numerose sfide. Alcune già vinte, altre da vincere su temi di grandissima attualità che sono fonte di forte preoccupazione per studentesse, studenti e le loro famiglie. Un problema che si trascinava dal 1982, parlo della data di nascita del nostro Ateneo, ha finalmente trovato soluzione: grazie all’accordo tra Esu e Aoui le mense ospedaliere sono state aperte alle nostre specializzande e specializzandi di Medicina, a tariffe agevolate previste dal diritto allo studio. Inoltre, un fondamentale intervento è stato realizzato estendendo e migliorando sensibilmente la qualità dei servizi di ristorazione. Oggi gli utenti delle mense sono più che triplicati.   

Grazie alla costante collaborazione con l’Esu di Verona siamo riusciti ad assicurare il posto alloggio a tutti gli studenti idonei per reddito e per merito come fissato dalla normativa sul diritto allo studio. Dall’inizio del mio mandato con il governo di Ateneo stiamo cercando soluzioni percorribili per rispondere all’emergenza alloggi e qualche risultato l’abbiamo comunque ottenuto. Con Esu, Comune di Verona e Fondazione Camplus, abbiamo trovato 30 posti letto nel quartiere Filippini alle tariffe previste per il diritto allo studio: posti oggi tutti occupati. Sempre in collaborazione con l’Esu e con la Curia di Verona è stato presentato un nuovo progetto, in attesa di risposta del ministero, che prevede la realizzazione di altri 130 posti letto o più in zona Veronetta. E ancora, con Michele Romano, Presidente di Croceverde, stiamo procedendo nell’area di via del Capitel con le richieste di autorizzazione al Comune per la ristrutturazione di ulteriori 120 posti letto. Sono convito che anche l’Amministrazione comunale potrà fare la sua parte”.

“Il nostro impegno prosegue, con determinazione nel voler garantire il diritto allo studio a fasce sempre più ampie di giovani. A fine mese – ha aggiunto il Magnifico Rettore – presenterò una proposta agli Organi di Ateneo per portare il valore soglia della no tax Area dagli attuali 22.000 euro a 27.000 euro. Adottando questa misura, secondo la nostra proiezione garantiremo a più di 8.500 studentesse e studenti la possibilità di frequentare la nostra Università gratuitamente. Un impegno straordinario e positivo, a tutela dei giovani e delle loro famiglie. Infatti, innalzando il tetto del valore soglia a 27.000 euro e prendendo ad esempio una famiglia di due genitori, entrambi lavoratori, due figli a carico, con mutuo-casa, ebbene, questi genitori potranno far frequentare gratuitamente ai propri figli l’Ateneo scaligero. Si tratta di una operazione finanziaria da 1 milione di euro,  

Penso che a tutti voi ora sia ben chiaro quale contributo sociale e di solidarietà tangibile l’Ateneo di Verona stia offrendo realmente alle nuove generazioni, e ovviamente ne rivendico pubblicamente la paternità”.

“Non posso che cogliere l’assist della Ministra Anna Maria Bernini – ha detto invece il sindaco Damiano Tommasi prendendo la parola al termine dell’intervento della Ministra – che parla di un campionato che bisogna giocare, fatto di partite da fare insieme con un pallone da non bucare. Fare squadra è stata la mia vita, ma in generale credo che tutti abbiano avuto modo di sperimentare cosa significa portare a casa un risultato attraverso il gioco collettivo.

Oggi più che mai anche l’istruzione rappresenta un gioco di squadra, sia dal punto di vista operativo che politico.
Spesso come calciatore il mio ruolo era quello di mettere nelle condizioni altri di fare lo spettacolo e concludere l’azione. Questa è anche la nostra funzione di amministratori, mettere in condizione le università, gli studenti e le studentesse insieme ai docenti, di svolgere il proprio ruolo nel migliore dei modi. Dare la possibilità agli enti nazionali e regionali di concretizzare quella ricchezza che oggi l’occasione europea ci dà.

È un campionato che avrà la sua fine nel 2026, citando la Ministra, ma il nostro obiettivo è quello di non essere ospiti di questa città, ma generatori di iniziative che consentano a tutti di viverla al meglio.

Per l’Amministrazione gli studenti, le studentesse e i docenti devono scegliere Verona come città del loro presente ma anche del loro futuro. Un luogo dove costruire la propria carriera professionale, le proprie famiglie e dove potersi stabilire.

Credo che Verona abbia tutto per essere attrattiva in questo senso, e non può che legarsi alla volontà dell’Università. Spesso il livello accademico dell’Università italiana non è accompagnato parimenti da infrastrutture e da servizi adeguati per il proprio studentato. Resta il fatto che la formazione presente nel nostro Paese è un modello apprezzato all’estero, e gli studenti italiani che si recano oltre confine sono sempre ritenuti all’altezza, con un alto livello di preparazione.

Merito della nostra Università, dei docenti, di quanto la passione leghi questo servizio, questo lavoro, questa missione, che deve essere accompagnata dalle Amministrazioni locali, dalla volontà politica e dalle risorse.

Anche se le risorse oggi non sono l’effettivo problema, manca forse invece la volontà politica di dare velocità alla realizzazione di progetti utili. Noi ci siamo, Verona, come ci è stato chiesto dal Magnifico Rettore, vuole fare la sua parte, vuole mettere nelle condizioni le istituzioni nazionali e regionali di poter lavorare insieme all’Università per creare quei servzi richiesti dai ragazzi e dalle ragazze, che scelgano davvero Verona per poterci rimanere, non solo nel periodo universitario”.

 
 

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