Imposta di soggiorno, nuovi alberghi, Ztl Cavara: delusi da Palazzo Barbieri

 
 
Politiche per il turismo, così non va. L’Associazione Albergatori aderente a Confcommercio Verona, presieduta da Giulio Cavara, mette i puntini sulle “ì” su tre temi strategici per la categoria: imposta di soggiorno, aperture di nuovi alberghi in centro storico e accesso alla Ztl. Materie diverse accomunate dal fatto, sottolineano gli albergatori, che non viene ascoltata la voce degli operatori del ricettivo.
“Per l’imposta di soggiorno – spiega Cavara – avevamo chiesto un’esenzione per gli over 65, una scontistica per i gruppi ed un aumento graduale dell’importo, pari al 30%, ma Palazzo Barbieri non ci ha ascoltati e ha deciso di applicare da subito un incremento del 70%. L’amministrazione, tra l’altro, sostiene che sarà costituito un gruppo di lavoro per decidere dove destinare 300mila euro derivanti dagli introiti, ma se pensiamo che il Comune porta a casa 6 milioni di euro non si può che definirlo un contentino, per certi versi irrispettoso nei confronti degli imprenditori. Anche perché, per adempiere al ruolo di sostituto d’imposta, dovremo sopportare maggiori oneri: abbiamo chiesto un ristorno del costo vivo del 3% e non c’è stato concesso. Il Comune, in compenso, su questo stesso aspetto, sta contrattando con Airbnb, società con sede all’estero e in causa con lo Stato italiano perché rifiuta di applicare la cedolare secca alle locazioni turistiche”.
Secondo tema caldo, quello relativo alla zona 16, in Centro storico, dove si sta ventilando l’ipotesi di togliere il vincolo all’apertura di nuovi alberghi: “La nostra Associazione ha commissionato uno studio a un autorevole centro di ricerca  – puntualizza Cavara – dal quale emerge che a Verona non servono nuove strutture ricettive, nemmeno a cinque stelle. Per l’eventuale valorizzazione degli immobili, laddove servisse, si potrebbe utilizzare lo sblocca-Italia, senza rivedere il vincolo: dare via libera ad altri hotel nel cuore della città avrebbe pesanti ripercussioni sugli alberghi del centro cittadino e soprattutto su quelli della fascia immediatamente esterna, che hanno una percentuale di occupazione più bassa e riempiono le camere solo in occasione dei grandi eventi fieristici. Vanno perciò individuate strategie utili a incrementare i tassi di occupazione delle strutture esistenti”. 
Capitolo Ztl e targhe bianche: “Verona è l’unica città italiana che consente la comunicazione telematica alle locazioni turistiche extralberghiere – sottolinea Cavara -. Il trend generale è quello di inibire l’accesso alla Ztl a chi non alloggia in strutture classificate; ci sono tremila appartamenti che contano mediamente tre stanze destinate a locazioni brevi le quali potenzialmente possono generare 9.000 accessi e soste. Nella nostra città, insomma, oggi come oggi, chi affitta quattro camere può far parcheggiare altrettante vetture con un effetto distorsivo sulla circolazione in Ztl. Serve una distinzione tra ricettivo classificato e non classificato, tra chi ha un codice identificativo e chi non ce l’ha, così come previsto dalla Regione Veneto. La nostra categoria ha chiesto di far utilizzare la comunicazione telematica alle sole strutture classificate lasciando le vie tradizionali alle locazioni turistiche, ma ad oggi non abbiamo avuto risposte”. 
“Il minimo comune denominatore – conclude Cavara – è l’insoddisfazione della categoria per la metodologia adottata da Palazzo Barbieri: si aprono tavoli di confronto ma poi non c’è seguito. Alla prova dei fatti, la promessa di essere costantemente a fianco degli operatori del turismo e di concertare per alzare l’asticella dell’offerta veronese è rimasta lettera morta. Il turismo è considerato una pura fonte di introiti, si veda anche il corposo aumento delle tariffe sui bus turistici di questa estate. Abbiamo chiesto il supporto di Confcommercio Verona e della Federalberghi nazionale per dare forza all’azione di tutela di una categoria strategica per l’economia che vuole regole eque e maggiore considerazione. Va riconosciuto al Comune di Verona di aver fatto un ottimo lavoro sull’emersione del sommerso nell’extralberghiero non classificato per ragioni di sicurezza e per far fronte all’evasione che si annida nelle realtà che non rispettano le regole: ora però serve anche altro”.
 
 

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