Fusione Agsm-Aim: anche Croce è d’accordo di “chiudere”?

 
 

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani, consiglieri comunali e di Luigi Ugoli, della segreteria cittadina del Partito Democratico di Verona.

“Prendiamo atto che anche il nuovo Sindaco di Vicenza concorda sulla bontà dell’operazione impostata a suo tempo con l’aiuto del predecessore Variati in merito alla fusione tra Aim Vicenza e Agsm Verona. Non è ancora chiaro, tuttavia, se anche da parte veronese siano stati dissipati tutti i dubbi e i contrasti che avevano impedito di chiudere l’accordo già all’inizio del 2018, quando tutto era pronto e la volontà dei due Sindaci allora in carica, Sboarina e Variati, dichiarata.

Sboarina oggi (ri)annuncia trionfante la ripresa del tavolo tecnico ma non è dato sapere che cosa ne pensi il presidente Agsm  Michele Croce, che è stato tra i maggiori critici dell’operazione. Considerando la maniera personalistica con cui governa l’azienda, come fosse un feudo personale, non è detto che il suo pensiero sia in linea con quello del Sindaco.

Per questo chiediamo ad Agsm di non nascondersi più, e di rendere conto, nelle sedi e nella modalità appropriate, della reale situazione della trattativa con Aim.

Con la liberalizzazione del mercato dell’energia, le multiutility locali devono andare oltre la pur gloriosa tradizione che ci è stata narrata anche in occasione del 120° anniversario di Agsm.

Crescere in peso specifico può significare perdere un po’ di sovranità, ma sarebbe grave che questo non avvenisse perché qualcuno non vuol rinunciare ad un pezzetto del proprio personale potere. Per Agsm la fusione sarebbe anche occasione per liberarsi delle inefficienze che finora ne hanno limitato la crescita, a partire dalla sponsorizzazioni a pioggia, passando per le decine di milioni di euro regalati alle amministrazioni di turno”.

 
 

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