Bilancio di fine anno. Sboarina: “Poste le fondamenta”. Bertucco: “Nessuna idea su come sviluppare la città”

 
 
“Il 2018 è servito per costruire le fondamenta, dall’anno prossimo si comincerà a vedere la costruzione che abbiamo in mente e che è la città del futuro. Una identità solida, che i veronesi vedranno crescere sia in centro sia in periferia e che corrisponde agli impegni presi in campagna elettorale. Le fondamenta non si vedono ma sono essenziali, senza di esse nessuna casa sta in piedi. Stiamo lavorando al rilancio per una ‘Grande Verona’ e farla tornare in auge, sicura e dinamica. Per questo il 2018 è stato un anno positivo e proficuo, indispensabile per gli anni a venire e il nuovo volto di Verona. So che i veronesi sono persone concrete e apprezzeranno, vedendole crescere man mano, le cose che stiamo facendo per loro”.
Usa la metafora delle fondamenta e della casa, il sindaco Federico Sboarina, nel tradizionale incontro di fine anno con la stampa, per sintetizzare il bilancio del primo anno solare di Amministrazione e fare qualche anticipazione sui progetti più attesi.
“Sono le scelte strategiche, anche coraggiose, a determinare lo sviluppo di una città, che però non si vede nel giro di pochi mesi ma dopo anni. Un esempio su tutti, la città di Milano, che dopo un lungo periodo di declino è tornata ad essere la migliore del Paese per qualità della vita, lo è diventata grazie a scelte e progetti lungimiranti, come l’Expo 2015. Ricordo – sottolinea il sindaco – che la candidatura di Milano ad ospitare la fiera dell’Expo risale al 2008. Quindi ciò che si vede oggi è frutto dell’impegno dei dieci anni precedenti. La nostra amministrazione vuole fare proprio questo, porre basi solide per la crescita di una città che ha tutte le potenzialità per raggiungere livelli di eccellenza, in ogni ambito”.
I primi risultati già si vedono, certificati proprio in questi giorni dalla classifica del Sole24Ore. “E’ la fonte autorevole sull’andamento generale del nostro Paese, atteso a fine anno dai sindaci per capire se il loro lavoro ha dato i frutti sperati. Nel nostro caso non posso che essere soddisfatto della posizione raggiunta quest’anno. Il 13° posto è in assoluto il migliore degli ultimi anni, molto positivo soprattutto perché la discontinuità è segnalata nei settori che ci stanno più a cuore e nei quali ci siamo più impegnati: cultura, sicurezza e ambiente”. 
Prima di passare alle cose fatte nel 2018, il sindaco, per la prima volta, si è soffermato sulle questioni che ha trovato al suo insediamento.
“Il 2017 è stato dedicato ad analizzare i problemi da risolvere. Una serie di questioni che andavano indirizzate verso la soluzione”. Tra i principali: la Fondazione Arena, commissariata e con 28 milioni di euro; zero euro a bilancio per opere cittadine quali strade, marciapiedi, scuole; un traforo morto ancora prima di partire; il filobus, di cui si parlava solo sui  giornali; un centro commerciale al posto dell’ex Arsenale;  il progetto per mettere il ‘cappello’ all’Arena. Oltre ad un sistema infrastrutturale nel completo caos, con progetti importanti, quali la variante alla statale 12, fermi da anni.
“Da qui siamo partiti – ha detto Sboarina – lavorando su due filoni prioritari e paralleli. Da un lato la realizzazione del requisito minimo per una città: cantieri su tutto il territorio per sistemare strade, verde e decoro cittadino. Che sono anche la prima richiesta che ci fanno i cittadini. Dall’altro, la vocazione internazionale di Verona, con progetti, iniziative, collaborazioni anche con Paesi esteri, a vantaggio di turismo e cultura”.
L’anno nuovo porterà la soluzione definitiva per la Casa di Giulietta. Dopo anni di incontri, ipotesi e proposte, tra qualche settimana il progetto sarà ufficiale e si potrà iniziare con il nuovo corso. “Non c’è giorno che non mi dedichi a questo tema – ha detto il sindaco -. La Casa di Giulietta è uno dei nostri gioielli, il brand per il quale Verona è conosciuta in tutto il mondo. Doveroso trovare una soluzione per rendere questo luogo ancora più bello e visitato. Sarà un posto completamente nuovo e con la concezione di un museo importante come quelli europei”.
Tra i temi più a cuore al sindaco, la creazione del Central Park e il rilancio di Fondazione Arena. “Il dossier va avanti. Rispetto alla tabella di marcia c’è stato un leggero rallentamento causato dal nuovo management di Ferrovie dello Stato e dal nuovo Governo, ma ho appena avuto assicurazioni che le nostre scelte andranno avanti. Anche Fondazione Arena andrà avanti, io il rilancio lo faccio davvero”.

Non proprio allineato Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune secondo cui “nella conferenza di fine d’anno del Sindaco Sboarina ci sono tutti i tormentoni della politica veronese degli ultimi decenni, ma nessuna idea di come sviluppare la città dal punto di vista urbanistico, della mobilità e delle politiche culturali.
Sul traforo (grande ritorno!) il dubbio sorge spontaneo: ma se non era bancabile prima, quando era traforo autostradale e poteva dunque contare sull’interessamento delle società autostradali, come si può sperare di renderlo bancabile adesso che diventa opera prettamente urbana? Chi lo paga? E che cosa risolve un collegamento tra Poiano e Saval? 
Mistero, così come non chiara è l’idea di città covata da questa amministrazione. 
Mentre ci si vanta di aver eliminato qualche centro commerciale, avanza la seconda grossa piena di grandi aree commerciali a Verona Sud (Eataly, Forte Tomba, ex Autogerma, ex Manifattura tabacchi ecc.) che renderanno Verona Sud sempre più invivibile. Inoltre è bene sapere che il Pat di Tosi e Giacino, che l’amministrazione Sboarina ha voluto mantenere intatto, prevede ben 200 mila metri quadri di commerciale tra la quarta e la quinta Circoscrizione. 
Sembra che la politica dell’amministrazione si riduca a mettere una pezza ogni tanto sugli errori del passato. Deludente. 
Così come è deludente ridurre l’intera politica culturale alla questione del brand della Casa di Giulietta, come se lirica e sistema museale non avessero fiato per camminare da soli. 
Sulla Fondazione Arena si continuano a fare grandi proclami dai più alti pulpiti, ma il dato, finora, è che i sacrifici li hanno fatti soltanto i lavoratori.
Notevole il silenzio sul filobus: la Commissione provinciale Via non si è ancora pronunciata sul progetto presentato che, lo ricordiamo, non contiene la galleria di San Paolo e lascia irrisolti moltissimi nodi viabilistici, da via Pisano e via Mameli. Temo ce lo ritroveremo nella conferenza di fine anno 2019…

 
 

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