Azzardo legale: previsto entro 30 aprile 2018 il taglio del 34,9% di Slot

 
 

Il primo passo verso la riduzione delle slot sul territorio è stato fatto, ma la “partita” non è ancora chiusa.

Le sale gioco verranno dimezzate nel giro di tre anni ed entro il prossimo aprile scompariranno le slot da alberghi, ristoranti, edicole, lidi, bar e tabacchi. Ma allo stesso tempo c’è il via libera alla prima lotteria istantanea di Stato e le VLT, dispositivi assai più pericolosi per il giocatore e più appetibili per concessionari ed esercenti, non vengono toccate mentre rimane in vigore l’attuale, insufficiente, regolamentazione sulla pubblicità del gioco d’azzardo.

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1 settembre 2017 il Decreto del Ministero Economia e Finanze sulla “Riduzione del numero dei nulla osta degli apparecchi da divertimento e intrattenimento”. Entro il 31 dicembre 2017 gli apparecchi in esercizio non potranno superare le 345 mila unità, con una riduzione del 15%, mentre a far data dal 30 aprile 2018 il numero dovrà essere ridotto a 265 mila. In totale quindi la riduzione complessiva del numero di nulla osta riferito al 31/12/2016 sarà del 34,9%. Inoltre, “qualora si riscontri, a decorrere dal 1° maggio 2018, un numero di nulla osta complessivo inferiore a 265.000, i concessionari di rete interessati potranno avanzare istanza di rilascio di nulla osta fino al raggiungimento di tale numero massimo”. Al contrario, se l‘Agenzia delle Dogane e dei Monopoli riscontrerà un numero di nulla osta superiore agli step indicati, inoltrerà ai concessionari “in difetto” la comunicazione di avvio del procedimento di revoca di un numero di nulla osta pari all’eccedenza”. “Qualora il concessionario non ottemperi a quanto previsto nel comma 3, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli  applica la sanzione amministrativa pecuniaria pari a 10.000,00 euro per ciascun apparecchio e, d’intesa con il partner tecnologico, dispone il distacco immediato del collegamento dalla rete telematica degli apparecchi eccedenti”. 

Ma la stretta sul gioco d’azzardo non si ferma qui in quanto il riordino prevede anche il dimezzamento in tre anni degli attuali 98.000 mila punti di gioco che dovrebbe garantire la “riduzione della pressione sul territorio”.

I punti vendita oggi abilitati all’installazione delle macchine (non tutti necessariamente ne detengono attualmente) sono circa 100.000. Si tratta, nello specifico, di circa 56.000 bar e oltre 13.000 tabacchi. Per non parlare delle 29.600 sale e punti gioco, di cui 8.000 esercizi generalisti secondari, 2.800 sale di videolottery, 200 sale Bingo 5.000 sale giochi, 5.600 negozi e 8.000 corner.

A regime, si legge nella proposta, sul territorio nazionale saranno presenti un massimo di 18.000 sale, comprensive di quelle attualmente esistenti, e un numero massimo di 30/35mila esercizi che saranno in grado di ottenere la certificazione per la vendita di gioco pubblico.

A corollario ricordiamo che nella giornata del 7 Settembre 2017, è stata finalmente raggiunta l’intesa della Conferenza Unificata in materia di gioco pubblico con vincita in denaro. Tuttavia, come spesso succede, dopo ben due anni di lavori, promesse e attacchi, il testo dell’intesa non scioglie tutti i dubbi che ci sono sulla materia. L’intesa, infatti, non è direttamente applicabile, ma è un documento meramente programmatico che dovrà essere tradotto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in un apposito decreto ministeriale. Sarà tale decreto in definitiva a disciplinare, in maniera puntuale e specifica, le caratteristiche dei locali che possano installare gli apparecchi da intrattenimento, nonché le modalità con le quali Regioni ed Enti locali possano partecipare alla definizione delle regole per la loro installazione.

Va valutato inoltre con favore l’emendamento approvato in sede di Conferenza in base al quale: “le disposizioni specifiche in materia, previste in ogni Regione e Provincia autonoma, se prevedono una tutela maggiore, continueranno comunque ad esplicare la loro efficacia. Inoltre le Regioni ai fini del contrasto delle patologie afferenti alla dipendenza da gioco d’azzardo, potranno prevedere forme maggiori di tutela per la popolazione”.

Ciò assicurerà la legittimità degli interventi previsti da leggi e regolamenti – come ad esempio quelli della Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige o della Regione Piemonte – volti non solo a impedire un’ulteriore proliferazione dei punti di gioco ma anche la loro progressiva riduzione, con riferimento alle licenze già concesse. Sarà ovviamente importante vigilare affinché nel decreto ministeriale di recepimento dell’Intesa siano pienamente salvaguardati i poteri di Regioni ed Enti locali in materia ed evitare che il riferimento alla “tutela degli investimenti esistenti” costituisca un vincolo per gli interventi di riduzione dell’offerta.

L’intesa ha anche approvato la richiesta di poter ricevere gratuitamente i dati sui flussi e le giocate da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, una battaglia sulla quale si sono impegnati molti Comuni, frutto di un accordo tra tutte le forze politiche, oltre alle moltissime associazioni (tra le quali Vita e Movimento No Slot). Nonostante la forte resistenza al cambiamento di tutto il settore – che genera un giro d’affari di 95 miliardi di euro all’anno e garantisce un’entrata di dieci miliardi all’erario (o 9, i dati forniti non sono chiari) – finalmente è stato raggiunto un accordo che permetta agli enti locali di intervenire con provvedimenti ad hoc per contrastare un fenomeno che è diventato una piaga sociale, troppo spesso ignorata.

Per il momento i Monopoli non forniscono alcuna risposta in merito ai dati, come testimonia la lettera che ho ricevuto dall’Agenzia dei Monopoli in risposta alla mia domanda volta ad ottenere i dati sulle giocate effettuate per singolo quartiere del Comune di Verona ed in totale in tutta la provincia di Verona.

I Monopoli hanno i dati e li devono liberare. Non è credibile che non li abbiano, sarebbe un vulnus istituzionale enorme.

Lo stato di salute di un’istituzione si vede dalla qualità e dalla trasparenza delle sue risposte.

Alberto Speciale

 

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here