Azzardo: il Comune di Verona chieda i dati all’Agenzia dei Monopoli di Stato

 
 

«Quella dello Stato è una posizione contraddittoria o schizofrenica: da una parte colpisce una certa illegalità del e nel gioco, dall’altra offre sostegno a una legalità molto discutibile, anzi moralmente inaccettabile. Non è certo questa la strada per risolvere, sia pure in parte, il problema di quel “male incurabile” che è il debito pubblico».

Un vergognoso silenzio su dati pubblici è quello venuto finora da Roma, dove i Monopoli di Stato hanno alzato un muro invalicabile a tutti sui dati reali e non manipolati della spesa degli italiani in azzardo “legale”. Quei dati sono necessari a amministratori locali, operatori sanitaria, Terzo settore, cittadini per capire quanto denaro – e sono miliardi di euro – invade i territori e distrugge relazioni e legami.

Dopo che Dello, Comune della Provincia di Brescia, è riuscito ad ottenere questi dati (detenuti dai Monopoli di Stato che hanno a lungo rifiutato la condivisione dei numeri), anche il Comune di Cremona li ha chiesti per città e provincia, scomposti per tipologia di gioco.

Il Sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, in sinergia con gli Assessori Rosita Viola e Barbara Manfredini, cogliendo immediatamente la sollecitazione anche di Regione Lombardia che con l’assessore Viviana Beccalossi ha sollecitato i sindaci lombardi, ha firmato una formale richiesta indirizzata ai Monopoli chiedendo dettagli sulla raccolta monetaria per tipologia di gioco negli anni 2015 e 2016 relativamente al Comune e alla Provincia; per ciascuna tipologia, l’ammontare della quota trattenuta che va ai concessionari e della quota trattenuta che va all’erario; la raccolta monetaria relativa al gioco on line, suddivisa per tipologia e per Provincia e Comune.

Capire l’entità del fenomeno-azzardo, non in termini assoluti e lontani dalle nostre vite, ma nei suoi risvolti più concreti è, oggi, una necessità. Lo è per i cittadini, lo è per le istituzioni, lo è per i tanti amministratori locali.

Perché, questo è il paradosso, questi flussi sono relativi a “azzardo legale” (ossimoro evidente), ma i dati di quei flussi vengono resi noti solo in forma aggregata o manipolataAggregata significa che lo Stato ammette solo di incassare “tot”, ma non spiega nulla nel dettaglio, e che il giro di affari a livello nazionale è “tot”, ma poi racconta la favola che i cittadini riceverebbero addirittura più soldi di quanti ne sperperano. Anche su quanto incassa lo Stato annualmente, però, le cifre non tornano. In ogni caso, dagli ultimi dati risulterebbero incassati dall’Erario, per il 2016, 10,5 miliardi , di cui 5,8 miliardi dalle sole slot machine da bar. Manipolata significa che ogni discorso su quei dati pubblici, conosciuti ai privati concessionari che li usano per campagne di marketing sempre più aggressive e li restituiscono all’opinione pubblica “lavati” dalla loro evidenza. Un’evidenza che, chiaramente, fa male a un business in mano a grandi corporation globali che trattano i territori come luoghi da colonizzare e spolpare, aggredendo risparmi, relazione e affetti.

Di che cosa abbiamo bisogno, invece, per capire e per agire?. Non solo di sapere quanto lo Stato incassa e a quanto ammonta il fatturato globale annuo. Dobbiamo invece avere quei numeri scomposti: a) per tipologia di gioco; b) territorio per territorio, città per città, quartiere per quartiere, locale per locale. Dobbiamo saperlo per fare due calcoli e porci delle domande. Come è possibile che in comuni con poche migliaia di abitanti, molti dei quali senza lavoro, circolino somme milionarie?.

Il servizio Comunicazione e Relazioni esterne dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha recentemente reso disponibile sul proprio sito il Libro Blu, pubblicazione che riporta a livello regionale i dati principali (Raccolta – Spesa – Vincite) del mercato sul gioco d’azzardo e altre statistiche relative al 2016. La raccolta a livello regionale è espressa nella seguente tabella che segue e che riassume per ciascuna regione la raccolta sulla rete fisica – insieme delle puntate effettuate in un anno – censita nel 2016.

Il tutto avviene, mentre la Banca d’Italia, attraverso l’Unità di investigazione finanziaria (UIF), lancia il suo ennesimo allarme. Nel Rapporto annuale presentato alla fine di luglio 2017 viene evidenziato come le sale VLT sparse sul territorio italiano e nelle cerniere periferiche fra grandi centri urbani e piccoli comuni siano particolarmente vulnerabili al riciclaggio di denaro.

ll contrasto al gioco d’azzardo patologico si combatte anche con la trasparenza dei numeri che riguardano questo fenomeno. E’ mia ferma convinzione che ogni Amministrazione ha il dovere e il diritto di conoscere i dati per avere e condividere una chiara percezione del problema che, oltre ad avere conseguenze in ambito sociale e sanitario, ha anche conseguenze sull’economia della città e del territorio. 

Come Cittadino ho già inoltrato la richiesta, a mezzo PEC, di poter conoscere i dati all’Agenzia dei Monopoli di Stato. Sarebbe opportuno che pari domanda fosse presentata anche dagli Amministratori del Comune di Verona – Assessori e Consiglieri Comunali – oltre che dalle Associazioni e dai Cittadini civicamente attivi.

Di seguito il formulario, redatto da “VITA” (mensile dedicato al racconto sociale, al volontariato, alla sostenibilità economica e ambientale e, in generale, al mondo non profit) da compilare ed inviare per chiedere i dati all’Agenzia dei Monopoli di Stato: clicca qui.

Alberto Speciale

 

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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