Arena, basta chiacchiere è il momento di decidere

 
 

Nell’incertezza post Coronavirus, Fondazione Arena sviluppa un programma di undici serate di concerti e opera, dal 25 luglio al 29 agosto, con una nuova configurazione degli spazi che vedrà il palco al centro dell’Arena e gli spettatori posizionati sugli spalti.

Nodo focale, i posti a sedere. Con il piano iniziale, il Comune aveva richiesto l’autorizzazione per garantire la presenza di 3.000 persone, ma il Governo per settimane è rimasto fermo sul limite di 1.000, salvo poi consentire alle singole regioni – con il Decreto di giovedì scorso – la possibilità di stabilire un diverso numero massimo di spettatori in considerazione delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi. L’apertura del Governo lascerebbe spazio ad un numero di spettatori ben superiore ai 3.000 inizialmente richiesti, tanto che il Governatore uscente Luca Zaia ha annunciato l’idea di prevedere “un posto sì e un posto no” per gli spettacoli in Arena.

Buona l’idea, un po’ meno il tempismo.

“Se le istituzioni avessero voluto trovare soluzioni realistiche per salvare la stagione dell’Arena, valorizzando la sua caratteristica di teatro all’aperto, avrebbero dovuto approntare per tempo una pianificazione seria, come Volt Verona ha chiesto fin da subito. Si ha invece l’amara sensazione di aver perso del tempo prezioso con dichiarazioni e slogan, a discapito della città di Verona, dei lavoratori del settore artistico e di tutto l’indotto che ruota attorno al Festival lirico, a cominciare dalle attività degli esercenti del centro storico”, afferma Luca Nisidi, city lead di Volt Verona, la sezione locale del primo partito paneuropeo, progressista e ambientalista della storia. “Siamo comunque ancora in tempo, con le giuste sinergie, per salvare la stagione: volere è potere, sembra essere il messaggio della Regione. Ebbene, dato che vogliamo che la nostra città torni a vivere, possiamo impegnarci tutti insieme per alzare anche quest’anno il sipario in Arena, da sempre centro dell’estate veronese?”.

Volt Verona chiede all’Amministrazione di favorire al più presto tutte le iniziative private che, occupando temporaneamente gli spazi pubblici, favoriscano le performance artistiche per coniugare cultura, arte e benessere, rinunciando ai lacci burocratici e regolamentari pensati per tempi normali, e non adatti ad un momento come questo, che necessita di decisioni rapide ed efficaci”, aggiunge Nisidi.

Con riferimento al Festival in Arena, Volt Verona ricorda infine la questione fondamentale: “Da parte del Comune e della Fondazione va adottata una strategia di marketing che si rivolga non solo al pubblico veronese, ma anche al pubblico extra regione, che venga a Verona per andare a teatro e vivere la città nel suo complesso, senza tornare a casa al termine dello spettacolo”, spiega Nisidi. “La nostra città soffre da sempre di un turismo “mordi e fuggi” e quasi esclusivamente estivo, che dovremo necessariamente far evolvere, viste le potenzialità di cui disponiamo, aumentando la permanenza in città di chi la visita”.

 
 

1 COMMENTO

  1. Fateci capire:state sponsorizzando un ritorno, stante l aumento capienza, all opera lirica per l anfiteatro? Perché non si ouo fare nin ci sono i tempi ne tecnici ne artistici. Fondazione non ha avuto e non ha tuttora idee per dare cultura continuativa ai vetonesi.

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