A Verona (Tessile) è in arrivo il Kékfestö; il festival al Palazzo della Ragione

 
 
Nella Galleria d’Arte Moderna “Achille Forti”, al Palazzo della Ragione, in mostra i lavori della Corporazione delle artiste tessili ungheresi.
La nota stampa diffusa nella giornata di ieri fa subito riferimento ai luoghi ove sarà possibile gustare (fini-to il Finitaly) nuove e curiose tipologie di esposizioni.

È l’Ungheria il Paese ospite della quinta edizione del Festival VERONA TESSILE, rassegna internazionale di arte tessile organizzata dal 2011 con cadenza biennale dall’Associazione Ad Maiora, che si svolgerà da giovedì 25 a domenica 28 aprile 2019 in diversi spazi espositivi della città messi a disposizione dall’Amministrazione Comunale e dai Musei Civici di Verona all’interno di edifici di particolare rilevanza storica e architettonica. Tra questi, la Galleria d’Arte Moderna “Achille Forti” al Palazzo della Ragione (Sala Scacchi), ospiterà i lavori appartenenti alla Corporazione delle artiste tessili ungheresi nella mostra coordinata da Susanna Bigardi.

L’Associazione Patchwork Ungherese (The Hungarian Patchwork Guild www.foltvarro.hu) è stata fondata nel 1989 e opera come associazione senza scopo di lucro. Trenta anni or sono l’Ungheria fu il primo Paese, tra quelli del blocco sovietico, in cui un gruppo di signore fondò un’associazione. Gli iscritti attualmente sono più di 600 e appartengono a circa 90 gruppi attivi nel territorio ungherese, facenti capo a 8 organizzazioni regionali che godono di una certa autonomia. I gruppi regionali organizzano mostre, concorsi, laboratori, corsi estivi e sostengono progetti sociali. 
TRADIZIONI
Per conservare le tradizioni delle antiche Corporazioni, ai nuovi associati si chiede di realizzare una piastrella di 20×20 cm entro l’anno di iscrizione; questi blocchi uniti insieme vanno a formare dei pannelli rappresentativi dell’Associazione.

In mostra a Verona la Guild presenta un progetto di particolare rilevanza basato sull’arte tradizionale: the Stove – Hungarian Jewel. La fonte ispiratrice di quest’opera è la regione di Kalotaszeg, famosa per le tradizioni di arte folklorica. I disegni dei maestri della ceramica sono stati scelti come motivi ispiratori per realizzare una “stufa” con lo stile del boutis. 

 
I tessuti blu ungheresi 
La tintura con l’indaco, o stampa in blu, è arrivata in Europa dall’Estremo Oriente. I tessuti stampati erano conosciuti in Cina, Giappone e India da migliaia di anni. Nel XVII secolo gli ambasciatori indiani portarono in regalo questi tessuti alla Corte francese dove divennero immediatamente molto popolari. Alcuni Paesi cercarono di impedirne la diffusione, arrivando a prescrivere anche la pena di morte a chi avesse diffuso tessuti che minacciavano di diventare forti concorrenti per l’industria tessile locale.
Tuttavia le merci conquistarono l’Europa attraverso i porti olandesi.

ATTUALITÀ
Oggi sono attivi in Ungheria cinque laboratori che usano i modelli tradizionali e ne sperimentano di nuovi. L’unico museo dedicato alla stampa in blu nell’Europa centrale e orientale si trova a Pápa, in Ungheria, dove è stato ricostruito a questo scopo un famoso laboratorio artigiano e si possono ammirare centinaia di modelli, oltre a numerosi attrezzi e macchine. La Corporazione delle artiste tessili ungheresi si propone di valorizzare e diffondere l’uso del tessuto tradizionale nella speranza che possa incontrare l’attenzione e il gradimento di molte quilters.

 
Il tessuto Kékfestö
Il tessuto Kékfestö è un puro cotone, lavorato con la tintura a pressione secondo tecniche tradizionali. Il procedimento prevede la bollitura del tessuto di cotone grezzo in acqua e soda e successivamente il risciacquo e l’asciugatura su assi all’aria aperta stendendo il tessuto in modo ondulato. Viene poi la fase di stiratura e la preparazione per la decorazione, che viene fatta con l’utilizzo di forme in cornici di legno. Successivamente viene posto in un bagno di tintura a 85 gradi: lo stampo con il modello viene rimosso e il tessuto risciacquato. L’eccesso di colore e le impurità vengono nuovamente lavate in acqua pulita. Il tessuto si mette ad asciugare all’aperto su stenditoi speciali per poi essere inamidato e nuovamente steso all’aperto. Infine si usa una stiratura a grande pressione su cilindri riscaldati in modo da garantire lucentezza.
 
La curatrice della collezione Anna Dolany terrà una conversazione il giorno 27 aprile alle ore 11.
 
Tutte le mostre di VERONA TESSILE sono a ingresso gratuito.
 
 
33 anni, parte di questi trascorsi inutilmente nel tentativo di scrivere una biografia seria e sensata. Forse questa è la volta buona (lo dico sempre!). Italiano e veronese, amante della comunicazione con ogni mezzo e a (quasi) ogni costo. Hellas Verona nelle arterie, musica jazz e le parole di un caro amico al momento giusto. Con la famiglia di VeronaNews per dare il meglio di me alla città che più amo al mondo.

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