Campo concentramento di Montorio: emesso il Provvedimento dichiarativo di interesse culturale

 
 

Buone notizie in arrivo per il Campo di concentramento di Montorio. Dopo che, con Provvedimento del 23 marzo 2020, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza ha dichiarato l’avvio del procedimento per la dichiarazione di interesse culturale particolarmente importante di cui all’art. 10, comma 3, lettera d) del D.Lgs. 42/04 recante “Codice dei beni culturali e del paesaggio” relativamente al Campo di Concentramento di Montorio (“DAT Colombara”), è finalmente arrivata questa mattina la notifica del “Provvedimento dichiarativo di interesse culturale” da parte della Commissione Regionale per il Patrimonio culturale del Veneto (Prot. 5143 del 28/07/2020).

Tale provvedimento era stato auspicato da molte delle parti coinvolte – Associazione “montorioveronese.it”, Comunità Ebraica di Verona, Figli della Shoah, Comune di Verona – dopo che l‘Agenzia del Demanio, Direzione Regionale del Veneto, aveva ritirato dalla vendita, perlomento dall’Avviso d’Asta di unità immobiliari ad uso residenziale e non residenziale n. 2019/1369RI del 08/08/2019, l’ex palazzina militare DAT (Difesa Area Territoriale) “Colombara”, ora meglio conosciuta come “Campo di concentramento di Montorio, oltre alla IV Torre Massimiliana, sulle Torricelle e l’ex casa canonica di Avesa . Oggi quella speranza è diventata realtà. L’avvio del procedimento, con la sua conseguente positiva conclusione, potrà sancire la definitiva espunzione del Campo dei Concentramento dal piano di vendita immobiliare demaniale.

L’edificio denominato DAT Colombara” (l’acronimo DAT per i non addetti ai lavori significa Difesa Antiaerea Territoriale), collocato nelle campagne tra Montorio, nell’area vicina a Corte Colombare, e San Michele Extra, durante la Seconda Guerra Mondiale, è stato utilizzato per un periodo come luogo di detenzione per prigionieri politici ed ebrei nel 1944. L’identificazione dell’immobile, sfuggito a tutte le ricerche storiche, è avvenuta nel 2017 a seguito di una ricerca storica compiuta dagli autori del libro “26 Aprile. Una lunga scia di sangue tra Montorio, Ferrazze e San Martino Buon Albergo”, Roberto Rubele, Cristian Albrigi e Gabriele Alloro a cui ha compartecipato l‘Associazione di Promozione Sociale “montorioveronese.it”. Ricordiamo che furono una sessantina gli Ebrei, donne, uomini e bambini, fatti prigionieri a Roma agli inizi del febbraio 1944, rinchiusi nel casolare vicino a Montorio e destinati, l’8 febbraio, nel lager di Auschwitz

La questione aveva coinvolto anche il Comune di Verona con l’intervento degli  Assessori Ilaria Segala e Edi Maria Neri le quali si erano impegnate a salvare la “DAT Colombara” dalla cessione. Sulla questione sono intervenuti il parlamentare veronese D’Arienzo Vincenzo il quale ha depositato al Senato della Repubblica il 31 luglio 2019 al Ministro delle Finanze Giovanni Tria, relativamente al Campo di Concentramento (DAT “Colombara”) un’interrogazione a risposta orale (tra le firme compare anche quella della Senatrice a vita Liliana Segre) a cui ha fatto seguito l’Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-02041 , depositato da parte della Senatrice De Petris Loredana.

    L’ultimo evento per quel che riguarda il Campo di concentramento risale al 23 gennaio 2020, in occasione della Commemorazione del “Giorno della Memoria”, nella cui giornata è stata deposta una targa commemorativa sulla ciclabile di via A. Da Legnago, in corrispondenza della strada che tutti i detenuti percorrevano per raggiungere la palazzina del Campo.

Nella Delibera del 22 luglio 2020 in cui è stato dichiarato l’interesse culturale particolarmente importante, ai sensi dell’articolo 10, comma 3, lett. d), del D.Lgs. 42/04, dell’immobile denominato COLOMBARA – INFRASTRUTTURA D.A.T. N. 416, è allegata la Relazione culturale che riportiamo qui integralmente.

«Il casolare identificato come “Colombara-infrastruttura D.A.T. n. 416”, ubicato a nord-est di Verona, a breve distanza dalla città, nella campagna tra le frazioni di San Michele Extra e di Montorio, ora in avanzato stato di degrado, fu edificato durante il secondo conflitto mondiale in prossimità della Caserma ora denominata “G. Duca”, come presidio militare per la Difesa Aerea Territoriale e comprendeva una limitata porzione di terreno estesa in direzione sud, dove in origine erano posizionate, su piattaforme in calcestruzzo, le batterie di cannoni antiaerei. Nel 1944, l’edificio, dismessa la funzione originaria per ragioni tattiche (la posizione non era sufficientemente efficace per il contrasto alle incursioni aeree dei bombardieri alleati), fu  individuato come campo di concentramento per ebrei, in ottemperanza alle ordinanze e circolari promulgate dalla Repubblica Sociale Italiana, emanate in continuità con i precedenti provvedimenti legislativi e amministrativi dello Stato italiano, originati dalla Legge n° 1024 del 13 luglio 1939-:XVII “Norme integrative del Regio decreto-legge 17 novembre 1938-XVI, n. 1728, sulla difesa della razza italiana”, e fu sottoposto alla direzione del Comando del 40° Battaglione Mobile della Guardia Nazionale Repubblicana . Nel medesimo anno, verso la fine di aprile, un gruppo di una sessantina di persone, ebrei rastrellati a Roma, che in precedenza erano stati sistemati in una caserma militare nel centro storico di Verona, fu spostato in questa struttura; qui rimasero fino alla consegna alle S.S. tedesche, avvenuta a metà maggio, che, sotto il comando del tenente Eisenkolb, attuarono il loro trasferimento al campo di Fossoli (Modena) e da lì ad Auschwitz. Successivamente la Colombara divenne luogo di detenzione e di tortura di donne e uomini, sospetti oppositori politici e familiari dei renitenti alla leva: alcuni furono sottoposti a tortura e un giovane fu ucciso. Pubblicazioni, documentazione e testimonianze di sopravvissuti e testimoni hanno reso l’immobile un luogo di memoria di tali eventi e vissuti, come documenta anche l’interrogazione in Senato al Ministro dell’Economia e delle Finanze (seduta n. 140 del 31 luglio 2019, atto n.3 – 01101) sottoscritta, tra gli altri firmatari, anche dalla Sen. Liliana Segre e che ha ad oggetto la cessione dell’immobile dal Demanio militare a quello civile con D.M. del 12/12/1984 e il suo inserimento dall’Agenzia del Demanio statale nel Piano straordinario di dismissioni per il biennio 2019-2021 (D.M. 28 giugno 2019 Ministero dell’economia e delle finanze).»

   Il Provvedimento dichiarativo di interesse culturale è trascritto presso l’Agenzia delle Entrate – Servizio pubblicità immobiliare a cura della competente Soprintendenza ed avrà efficacia nei confronti di ogni successivo proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo del bene.

 

La memoria è come il mare: può restituire brandelli di rottami a distanza di anni (Primo Levi).

Alberto Speciale

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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