Il Nuovo Piano Casa non convince Bertucco: “Aumenti di cubatura a tempo indeterminato”.

 
 

La Regione del Veneto ha approvato il nuovo piano casa che ripropone le logiche dei tre “piani casa” approvati negli anni passati, finalizzati al rilancio del mercato edilizio e non certo al miglioramento della qualità urbana.

Nella legge (Legge Regionale 14/2019Veneto 2050: politiche per la riqualificazione urbana e la rinaturalizzazione del territorio e modifiche alla legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio”) si afferma di voler favorire la “qualità architettonica”, attraverso un “percorso di valorizzazione culturale e identitaria dell’architettura e degli spazi urbani”.
Nutriamo più di qualche dubbio sulla veridicità di tali affermazioni e non vediamo come, svincolando l’intervento sui singoli edifici da ogni relazione con il contesto urbano, si possa immaginare di poter contribuire al “miglioramento della qualità della vita all’interno della città e al riordino urbano” ed alla promozione di interventi “mirati alla coesione sociale, alla qualità architettonica, alla sostenibilità ed efficienza ambientale” come vorrebbe la legge“.

Così Michele Bertucco, consigliere comunale Verona e Sinistra in Comune attraverso una nota politica, sul nuovo Piano Casa oggetto di delibera da parte del “governo” di Venezia.

A nostro giudizio – prosegue Bertucco – la legge non è coerente con la logica della rigenerazione del tessuto urbano, perché prevarica le scelte dei comuni in materia di pianificazione del territorio, concedendo consistenti premialità volumetriche e deroghe alle norme degli strumenti urbanistici, con l’aggravante che non avrà scadenza temporale, ma varrà a tempo indeterminato senza rispondere ad un progetto di sviluppo organico della città. Fatti salvi i soli casi espressamente esclusi dalla legge, si potranno derogare i limiti comunali di volume e di superficie e quelli ministeriali di altezza e di densità edilizia e questo varrà, per sempre, sia per gli edifici esistenti, sia per interventi di ampliamento e riqualificazione di unità immobiliari che oggi addirittura ancora non esistono”.

La legge consente ampliamenti fino al 60% per gli interventi di ampliamento degli edifici e fino al 100% per quelli di demolizione e ricostruzione, il tutto subordinato per la maggior parte degli interventi alla semplice presentazione di una SCIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività – da parte dei privati intenzionati a costruire. Tutto questo si tradurrà in un disordinato aumento delle cubature già sovrabbondanti all’interno del territorio comunale, senza alcun rapporto con previsioni di crescita della popolazione che dovrebbe abitare le nuove case e con scarse possibilità di governo da parte del Comune, che oggi a Verona non dispone nemmeno di dati verificati sull’impatto avuto dall’applicazione del Piano Casa negli anni trascorsi.

Un caso emblematico è il PUA “Via Mameli” (area ex Bam) dove l’applicazione del piano casa ha consentito di aumentare del 50% il volume residenziale da 30.783 metri cubi a 46.174 metri cubi, il volume commerciale da 1.815 metri cubi a 2.722 metri cubi e di alzare il numero di piani fino ai 9/10 piani del progetto definitivo.

 
 
33 anni, parte di questi trascorsi inutilmente nel tentativo di scrivere una biografia seria e sensata. Forse questa è la volta buona (lo dico sempre!). Italiano e veronese, amante della comunicazione con ogni mezzo e a (quasi) ogni costo. Hellas Verona nelle arterie, musica jazz e le parole di un caro amico al momento giusto. Con la famiglia di VeronaNews per dare il meglio di me alla città che più amo al mondo.

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