Torricelle, Forte San Mattia: ancora tralicci e antenne per comunicazioni. Sono tutti regolari?

 
 

Dopo la questione della II Torricella Massimiliana di Verona, dove insistono antenne radiotelevisive irregolarmente installate, e della demolizione del traliccio abusivo costruito nell’ex area della Parrocchia di S. Mattia torniamo a raccontare di antenne. Questa volta installate al Forte San Mattia. Sempre sulle torricelle.

Forte San Mattia è un forte austriaco di Verona, voluto dal comandante Radetzky, costruito nel 1843 su un progettato del maggiore generale Franz von Scholl, soprintendente ai lavori di fortificazione a Verona. L’opera è quasi integralmente conservata.

Posto sull’altura più eminente che domina la città a settentrione, in prossimità della chiesetta di San Mattia, il forte omonimo è al centro del campo trincerato collinare. Il settore di tiro principale delle sue artigliere batte, verso settentrione, il versante collinare che scende verso Avesa e l’antistante crinale, incrociando il fuoco con le due torri massimiliane più prossime, al fine di interdire l’aggiramento della piazzaforte da nord.

E’ costruito con muratura molto curata in conci di tufo delle cave di Avesa, su pianta piuttosto irregolare e asimmetrica rispetto alla magistrale per adattarlo alle particolarità del terreno su cui sorge. All’inizio era stato destinato a contenere un gran numero di bocche da fuoco, parte in casamatta e parte in barbetta, nonché una numerosa guarnigione di circa 350 uomini (che poteva raggiungere le 500 unità in caso di emergenza).

Caratteristica era la strada militare, completamente incassata e defilata quindi dall’osservazione e dal tiro, che serviva questi forti, e che tuttora esiste seppure rovinata, detta della “lasagna” per la guida centrale in pietra viva su cui camminavano in fila le truppe che si avvicendavano nella guarnigione dei forti.

Durante l’ultimo conflitto, nel 1944-45 fu destinato, assieme al forte S. Leonardo e al forte S. Sofia, a duro carcere da parte delle truppe naziste che occupavano Verona e conserva ancora le tracce di quel triste periodo. Tra i prigionieri rinchiusi, va ricordato don Francesco Caron, arciprete di Cismon del Grappa. Fu accusato di antifascismo ed arrestato il 26 ottobre 1943 dalle SS che lo tradussero al Forte San Mattia.

Dopo un lungo periodo di abbandono, è stato acquisito dall’amministrazione comunale di Verona. Attualmente è in uso ad alcune associazioni e quindi non è visitabile se non accordandosi con quest’ultime.

Oltre che dalle associazioni il Forte è utilizzato dai proprietari di antenne per radiocomunicazioni, purtroppo gli impianti sfuggono al censimento nel database di Arpav a causa della loro connotazione: potenza limitata e perchè appartenenti alle forze armate.

La quantità e l’ampiezza dei tralicci presenti sulla sommità del Forte è direttamente proporzionale ai vandalismi apportati alla struttura edificatoria stessa, interna ed esterna, in sede di installazione degli stessi. Le foto da me scattate sono li a testimoniarlo.

Sono regolari gli squarci apportati nella facciata per far transitare i cavi elettrici?. Sono regolari le imbullonature nelle pareti di tufo?. Chi è realmente autorizzato all’installazione delle antenne?. Esiste un parere della Soprintendenza per la loro installazione?.

Al nuovo arrivato Soprintendente Vincenzo Tinè, che gode la fama di essere uomo rigoroso, suggeriamo un sopralluogo nel sito. Nuovo Soprintendente, nuova interpretazione della legge? O forse dovremmo dire “applicazione”?.

Lo scopriremo insieme (speriamo) a breve.

Alberto Speciale

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

1 COMMENTO

  1. Il taglio nel muro della seconda foto è presente da decine di anni. Lo posso affermare perché ho frequentato una associazione che aveva sede lì.

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