Respinto emendamento per messa in sicurezza della Gardesana Orientale. Bassi e Casali: “Persa un’occasione”

 
 

“Un grande peccato, c’era la possibilità di dare subito un grande e concreto segnale a sindaci e cittadini sulla reale volontà della Regione di risolvere una volta per tutte questo annoso problema”. Esprimono così la loro delusione i due consiglieri regionali di Centro Destra Veneto – Autonomia e Libertà, Andrea Bassi e Stefano Casali, che hanno votato a favore dello stanziamento di 3 mln di euro per la messa in sicurezza della SR 249 Gardesana Orientale.

“Lunedì era stato presentato dal Consigliere di maggioranza Giorgetti un emendamento che chiedeva di assegnare, nell’ambito dell’assestamento di bilancio, 3 mln di euro per la messa in sicurezza della Gardesana Orientale, ritornata purtroppo sulle prime pagine dei giornali locali dopo il tragico incidente mortale della scorsa settimana. La proposta emendativa – spiega il capogruppo Andrea Bassi – è poi approdata in Aula ieri ma lo stesso Giorgetti, nel corso della discussione, lo ha improvvisamente ritirato. All’atto del ritiro quindi, come permesso dal regolamento, ho subito fatto mio l’emendamento perché ritenevo che fosse più una garanzia avere 3 mln oggi che altre soluzioni più pasticciate e soprattutto non certe. Nel momento della votazione, ahimè, l’emendamento è stato bocciato, sorprendentemente pure con il voto di Giorgetti stesso”.

“Successivamente – continua Bassi – è stato infine approvato un Ordine del giorno che impegna la Giunta Regionale ad organizzare un tavolo coi sindaci interessati, ad attivare tavoli di concertazione in ogni provincia del Veneto al fine di valutare le priorità e a prevedere stanziamenti di bilancio per realizzare appunto gli interventi definiti prioritari. Un ordine del giorno – concludono i due consiglieri regionali di Centro Destra Veneto – è sempre meglio che nulla, ma a livello pratico si resta all’anno zero. È vero, come ha spiegato il nostro collega veronese, che i tre milioni non sarebbero stati subito disponibili, ma nel frattempo si sarebbero potute completare le fasi concertative ed iniziare magari quelle progettuali, in modo da poter poi procedere spediti all’appalto dei lavori. Invece, con la scelta dell’ordine del giorno, tutto si complica e soprattutto si dilatano i tempi per risolvere questa assurda situazione. E ci si avvia ormai al termine della legislatura, al quale mancano meno di due anni”.

 
 

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