“LUNGADIGE. Opere pubbliche nell’area di San Giorgio tra Ottocento e Novecento”: un incontro e una mostra per ritrovare Verona d’un tempo

 
 

LUNGADIGE. Opere pubbliche nell’area di San Giorgio tra Ottocento e Novecento“: allestita in Biblioteca Civica a Verona fino al 9 marzo, la mostra documentaria verrà presentata venerdì 8 febbraio alle ore 17, in sala Farinati (Biblioteca Civica).

In 100 immagini storiche, tra cui molte inedite, si raccontano gli imponenti lavori che ridisegnarono radicalmente la città, a partire dal 1934, nella zona di Porta San Giorgio e di riva Sant’Alessio, con la costruzione del nuovo lungadige “del Littorio”, che oggi viviamo come effettivo spazio urbano.

Realizzata dall’associazione AGILE e dalla Biblioteca Civica di Verona, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Verona e l’Archivio Generale del Comune, l’iniziativa si inserisce nel progetto Archivi del Costruito del Territorio Veronese in Rete (ARCOVER), realizzato grazie al contributo di Fondazione Cariverona. ARCOVER sta lavorando sulla digitalizzazione, valorizzazione e condivisione del patrimonio archivistico della città, per raccontarne le trasformazioni lungo il Novecento.

All’incontro in Civica interverranno l’assessore all’urbanistica ed edilizia privata del Comune di Verona, Ilaria Segala, l’assessore alla Cultura Francesca Briani, il direttore della Biblioteca Civica di Verona, Alberto Raise, il direttore dell’Archivio di Stato, Roberto Mazzei, Michele de Mori, presidente dell’associazione AGILE, capofila del progetto ARCOVER e Angelo Bertolazzi, ingegnere, curatore della mostra e membro del gruppo ARCOVER.

«La mostra fotografica e documentaria che proponiamospiegano i curatori Michele De Mori e Angelo Bertolazzi –  è frutto della prima fase di lavoro nella quale il team ARCOVER ha visionato e scansionato, in collaborazione con l’Archivio di Stato, il fondo fotografico del Genio Civile. Fotografie che testimoniano, in particolare, la trasformazione di Verona e Provincia tra gli anni ’20 e ’50 del Novecento. Molto il materiale inedito: la sfida ora è renderlo fruibile al grande pubblico, sia attraverso esposizioni, sia tramite il portale online in costruzione che permetterà la consultazione del materiale raccolto. Una indicizzazione organica e “sinergica” di più fonti, che consegna un approccio completo e di immediata lettura della storia urbana della città».

Allestita dallo scorso 21 gennaio al 9 marzo, con ingresso libero, nella Biblioteca Civica di Verona (via Cappello, 43) – con orari: lunedì ore 14 – 19, martedì/venerdì ore 9 – 19, sabato 9 – 14 – la mostra inaugura un innovativo allestimento “diffuso” negli spazi della Biblioteca: dall’atrio alla Galleria Rossa della Biblioteca dei ragazzi; dalla Protomoteca, alle sale lettura della Biblioteca Moderna fino alla Sala Stampe al piano superiore, il materiale documentario si snoda lungo un filo rosso che, metaforicamente, collega storia, evoluzione tecnica e ricostruzione urbana.

«Una scelta espositiva – spiega Alberto Raise, direttore della Biblioteca Civica di Veronache permette al visitatore di calpestare, quasi a ripercorrere i luoghi in 3D, la planimetria dei cantieri del poderoso intervento di arginamento dell’Adige avvenuto circa novant’anni fa, potendolo osservare dall’alto come in volo d’uccello.  Questo utilizzo promiscuo della biblioteca in versione di sala espositiva concilia, anzi esalta, le sue funzioni centrali: conservazione-fruizione-valorizzazione».

La mostra – I lavori che hanno interessato la zona di San Giorgio e via Sant’Alessio nella prima metà del Novecento, documentati dalle fotografie provenienti dal fondo del Regio Genio Civile custodite nell’Archivio di Stato di Verona e dal materiale dell’Archivio Generale del Comune e dell’archivio della Biblioteca Civica, testimoniano il fervore edilizio che contrassegnò Verona negli anni tra le due Guerre e che, attraverso interventi infrastrutturali, non solo assecondarono lo sviluppo verso l’esterno ma trasformarono profondamente l’immagine storicamente consolidata della città.

Una raccolta organica, quella proposta, dove accanto alle fotografie, alle stampe, ai volumi e alle pagine dei quotidiani dell’epoca, spicca – in relazione all’area di San Giorgio –  il disegno originale a penna con colorazione ad acquerello del 1817 che riproduce la zona di via Sant’Alessio; messo a disposizione dalla Biblioteca Civica, il documento, firmato dall’ing. Giuseppe Barbieri, rappresenta una importante testimonianza grafica dell’area nell’Ottocento. Vi sono le indicazioni per la rettifica della “Strada postale interna che da Porta San Giorgio arriva a Ponte Pietra: si segnala la necessità di occupazione degli Orti annessi alla Chiesa di San Giorgio e l’individuazione delle porzioni di case da demolire, “la spina di case” nell’incrocio tra il ponte Pietra e Piazza Santo Stefano.

Il nuovo lungadige “Littorio” – Nel 1934 prende il via la trasformazione della riva sinistra dell’Adige, tra Ponte Pietra e Ponte Garibaldi, area che era rimasta ancora incompiuta dopo la costruzione dei muraglioni tra il 1887 e il 1895, in seguito alla piena del 1882. Sotto la direzione del Magistrato delle Acque e dell’Ufficio Tecnico Comunale, ma contro il volere del Consiglio Superiore di Antichità e della Sovrintendenza alle Belle Arti, nonché di intellettuali ed artisti del tempo, capitanati dal pittore Dall’Oca Bianca, nell’arco poco meno di due anni – tra il gennaio 1935 e il 4 novembre 1936, giorno dell’inaugurazione del nuovo lungadige “del Littorio” – inizia il progetto messo a punto dal Genio Civile, che prevedeva, appunto, la rimozione di tutti i caseggiati danneggiati lungo il fiume, in via Sant’Alessio e Santo Stefano, ultima preziosa testimonianza delle stretto legame fra la città e l’Adige.

Cantiere Lungadige. Veduta del cantiere durante i lavori: in primo piano lo scavo e la tura a protezione del cantiere, 1935 (Fonte: Fondo Fotografico del Genio Civile – Archivio di Stato di Verona)

Negli scatti in bianco e nero sono ritratte minuziosamente le fasi del cantiere: dalla costruzione della nuova scarpata inclinata con specchiature di verde inquadrate da lastre di pietra bianca, ai muri di fondazione e sostegno in calcestruzzo armato, all’arretramento della stessa scarpata per lasciare lo spazio al camminamento che inaugura un nuovo rapporto diretto con il fiume. Il lungadige “del Littorio” crea così un percorso continuo lungo tutta la riva sinistra che collega il centro storico con il nuovo quartiere di borgo Trento che si andava sviluppando verso la Campagnola.

Le immagini testimoniano inoltre il rifacimento del nuovo ponte Garibaldi (1932-33): la struttura metallica viene sostituita con un nuovo ponte a tre arcate in calcestruzzo armato rivestito in pietra; vennero rifatte inoltre entrambe le testate, così da assecondare la nuova viabilità tra centro storico e borgo Trento.

Cantiere ponte Garibaldi. Veduta del cantiere in prossimità del vallo delle fortificazioni austriache: in primo piano il ponte a due archi in calcestruzzo armato e sullo sfondo il nuovo ponte Garibaldi, 1936 (Fonte: Fondo Fotografico del Genio Civile – Archivio di Stato di Verona)

Il progetto “Archivi del Costruito del Territorio Veronese in Rete” (ARCOVER) – Avviato nel gennaio 2018 e condotto da un team di giovani architetti e ingegneri, il progetto ARCOVER ha come obiettivo la digitalizzazione, la condivisione, la messa in rete e la valorizzazione del materiale documentario – fotografie, mappe, cartografie –  sulla storia di Verona tra Ottocento e Novecento, proveniente dagli archivi storici della città.

Sostenuto da Fondazione Cariverona, il progetto vede come partner l’Archivio di Stato di Verona, la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio della Provincia di Verona, Rovigo e Vicenza e la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio del Politecnico di Milano. Il team ARCOVER lavora inoltre in collaborazione con enti ed associazioni del territorio.

 

 

 

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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