Catullo: la proroga che “uccide”

 
 

Si è tenuta ieri l’assemblea di Aerogest, la società che rappresenta i soci pubblici dell’Aeroporto Catullo: Camera di Commercio di Verona, Comune di Verona, Provincia di Trento e Provincia di Verona.

Ecco le dichiarazioni del sindaco Federico Sboarina a nome di tutti i soci.

 “Il rinnovo dei patti parasociali è un’occasione importante perché serve ad aggiornare i rapporti fra i soci pubblici e il partner privato nella società Catullo – dice Sboarina -. E proprio perché si tratta di uno snodo significativo, non sono al lavoro solo i nostri avvocati ma abbiamo incaricato anche Arcadis, che è società specializzata nel settore aeroportuale e leader a livello mondiale nelle soluzioni innovative che incoraggiano gli investimenti per generare nuovi flussi di entrate e per aumentare la prosperità dell’area.

Lo abbiamo fatto perché come amministratori pubblici sentiamo la responsabilità di favorire la crescita dei nostri territori e lo scalo di Villafranca è una delle infrastrutture strategiche rispetto a questo obiettivo. Il Catullo deve essere volano di crescita economica, turistica e commerciale di un’area a cavallo fra due regioni con un Pil fra i più elevati del paese. Per questo motivo,  nell’assemblea Aerogest di ieri abbiamo deliberato l’assenso ad una eventuale proroga nel caso in cui non riuscissimo a rispettare la scadenza del 10 ottobre. Del resto, la volontà di avere obiettivi concreti di crescita si era già palesata con la disdetta dei patti parasociali, dal momento che lo scenario attuale è molto diverso da quello della precedente sottoscrizione. Oggi, c’è la necessità di sedersi in maniera paritetica al tavolo con il partner industriale per condividere gli step di un vero sviluppo che il Catullo deve necessariamente affrontare. Nel caso in cui non ci fosse possibilità di proroga poco cambia, anzi. Si profilerebbe lo scenario in cui vige esclusivamente lo statuto societario che, ricordo, vede Aerogest detentrice della maggioranza relativa delle quote con il 47%. Comune di Verona, Camera di Commercio di Verona e Province di Verona e Trento sono dunque coese nel rivendicare il giusto peso per i territori e le aziende che rappresentano, consapevoli che ci attendono sfide importanti come ad esempio le Olimpiadi invernali 2026. Ci preme la certezza di un futuro di crescita per l’infrastruttura veronese, che deve saper rispondere alla dinamicità del nostro contesto economico e essere all’altezza delle prossime competizioni”.    

 
 

1 COMMENTO

  1. Se con i nuovi patti si producesse un vero piano industriale e di vero sviluppo del Catullo, con scadenze chiare e definite e con penali serie in caso di inadempienza, si potrebbe anche accettare la proroga. Se si ripete la farsa dei patti in scadenza, beh, allora significa che la politica nostrana non è degna di rappresentare poi nessuno.

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