Bassi&Falavigna mettono fine al degrado ventennale. Ecco dove

 
 

Gru, operai e martelli pneumatici al lavoro. Dopo 20 anni di completa inattività, il degrado e le erbacce hanno lasciato il posto al ghiaino rosa perfettamente spianato, con nuovi tombini e idranti. E i primi infissi sono pronti ad essere installati. Nel cantiere abbandonato di via Cernisone, in questi giorni, sono ripresi i lavori. Una vittoria per il quartiere a ridosso di San Michele Extra e per l’Amministrazione comunale, dopo 3 mesi dalla diffida fatta alla ditta Menegolli, proprietaria dell’area. A fine dicembre, infatti, il Comune, attraverso il settore Edilizia, con un’ordinanza aveva disposto la messa in sicurezza del cantiere. Un’area lavori ferma dai primi anni Duemila, sulla quale nessuna Amministrazione era mai intervenuta prima e che rischiava di diventare piazza di spaccio e consumo di droga, utilizzata da sbandati. Provvedimento che però non era bastato. La società aveva fatto scadere i termini adempiendo solamente in piccola parte. Il lavoro degli uffici comunali è pertanto proseguito, con altri sopralluoghi da parte dei tecnici e la richiesta di una fideiussione. Nel frattempo la società Menegolli ha fatto domanda e ricevuto l’autorizzazione ambientale, necessaria per validare la Scia e riaprire il cantiere. Nelle ultime settimane la proprietà ha così fatto installare 6 telecamere di videosorveglianza, come richiesto dal Comune per monitorare l’area, e ha incaricato una ditta per la vigilanza h24 del cantiere. E ora ha ripreso anche i lavori per l’ultimazione delle 40 unità immobiliari. La polizza tra Menegolli e il Comune prevede per la società l’obbligo di portare a termine il cantiere, in primis la chiusura di tutti gli accessi sia all’area che alle unità abitative, con infissi e persiane a porte e finestre. Nel caso in cui la proprietà non dovesse adempiere all’impegno preso, sarà il Comune a procedere e poi a escutere la fideiussione.

Negli ultimi mesi del 2020 erano state 23 le persone identificate all’interno del cantiere. E negli edifici fantasma erano stati rinvenuti resti dell’uso di eroina, crack, hashish, così come porte blindate tra una stanza e l’altra che qualcuno aveva installato, nonostante i palazzi fossero sprovvisti di tutto, dagli allacciamenti all’abitabilità.

Ce l’abbiamo fatta – ha detto Bassi -. Era da più di 18 anni che i residenti del quartiere aspettavano che venisse rimosso il degrado prima edilizio e poi sociale, una situazione che rischiava di creare grossi problemi di sicurezza. Usando le armi giuridiche a nostra disposizione siamo riusciti a far ripartire i lavori. È un risultato storico per tutti. Ora monitoreremo il cantiere finché non vedremo gli interventi conclusi. E così faremo anche in altre zone della città dove ci sono complessi immobiliari al grezzo fermi da tanti anni”.

I cittadini in questi giorni stanno chiamando, increduli e contenti di sentire i rumori del cantiere – ha concluso Falavigna -. Un risultato e un successo raggiunto grazie alla sinergia di tutti”.

E durante il sopralluogo è arrivato anche il proprietario Mauro Menegolli che ha assicurato che il cantiere procederà e verrà ultimato, così come proseguirà la vigilanza.

 
 

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