Al Museo Archeologico nuove raffigurazioni di animali mai visti prima

 
 

Dagli animali nell’antico Egitto a quelli idealizzati nel mondo classico per il loro importante ruolo in ambito mitologico e religioso. E’ visibile da oggi al Museo Archeologico al Teatro Romano l’esposizione ‘Animali nel mondo antico’, a cura di Margherita Bolla e Brunella Bruno, frutto della collaborazione tra l’Assessorato alla Cultura – Direzione Musei e la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza.

Visibili 130 oggetti di piccole dimensioni, come contenitori, anfore, bracciali ornamentali e statuette in bronzo raffiguranti animali.

La mostra intende illustrare alcuni aspetti dell’affascinante tema degli animali nel mondo antico, presentando non solo oggetti del MATR normalmente non esposti al pubblico, ma anche – grazie alla collaborazione con la Soprintendenza – dedicando una vetrina agli interessanti ritrovamenti in bronzo avvenuti in anni recenti nella Domus romana scoperta con i lavori di riqualificazione dell’ex cinema Astra in via Oberdan.

Percorso espositivo. La mostra prende avvio da alcune piccole ma preziose testimonianze relative al ruolo degli animali nell’antico Egitto, in particolare all’uso di mummie di specie diverse come offerte agli dei nei luoghi di culto, attestato dai contenitori rimasti, in questo caso in bronzo.

Più ampia ed articolata la documentazione presentata sul mondo classico, in cui gli animali avevano un ruolo importante sia in ambito mitologico e religioso in quanto compagni di importanti divinità (basti pensare alla civetta di Atena/Minerva o all’aquila di Giove). Sia in ambito sociale come simboli di prestigio (il cavallo), ma anche all’interno della casa e altrove come decorazioni raffinate, o nell’abbigliamento personale sotto forma ad esempio di fibule, e così via.

Ritrovamenti in via Oberdan. Un’attenzione particolare è riservata ai serpenti, che potevano avere nel mondo classico un significato positivo, ad esempio come animali curativi nel culto di Esculapio, dio della medicina. Viene così introdotto il ritrovamento avvenuto pochi anni fa in via Oberdan (all’esterno delle mura), con la scoperta di un edificio romano, che subì un grave incendio fra il III e il IV secolo d.C. Il crollo del soffitto, avvenuto per la combustione, sigillò in due ambienti adiacenti un gruppo di lucerne e un gruppo di statuette in bronzo, probabilmente costituenti il larario della casa, fra le quali una interessante figura di dea seduta, con diversi serpenti.

L’esposizione si chiude con l’illustrazione di creature fantastiche, raffigurate di frequente nel mondo antico (ad esempio sfingi e grifoni), e con una sezione dedicata al fascino che questi esseri esercitarono nelle epoche successive all’antichità, producendo imitazioni e rielaborazioni.

 
 

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