Adesione alla rete Re.A.Dy, le perplessità del centrodestra

 
 

In merito alla delibera votata in Consiglio comunale che fa aderire Verona alla rete Re.A.Dy, la minoranza esprime perplessità e critiche nel dibattito in Aula Gozzi.

Di seguito le opinioni di alcuni esponenti di centrodestra

Carla Padovani, Battiti per Verona:

“In un contesto nazionale e internazionale particolarmente critico, per la crisi economico-sociale in corso e per il grave conflitto che continua ad imperversare in Ucraina, colpisce che fra le prime preoccupazioni dell’Amministrazione vi sia l’adesione alla Rete RE.A.DY. Tutti siamo d’accordo di tutelare ogni tipo di discriminazione, ma vorrei delle garanzie sulle scelte o sui progetti che si intendono fare nei confronti delle famiglie”.

Marco Padovani, Fratelli d’Italia:

“Nessuno vuole discriminare nessuno e riteniamo importante l’inclusione sociale. Definite questo atto una delibera importante per l’Amministrazione, eppure questa sera oltre al sindaco Tommasi mancano in aula gli assessori che per competenze si occupano di sociale e scuola. Forse sarebbe stato opportuno chiarire quali sono le azioni che intendete portare avanti come conseguenza dell’adesione alla Rete RE.A.DY”.

Paolo Rossi, Verona domani:

“Il confronto è sempre stata una priorità per me, un punto di partenza che consente di comprendere idee e posizioni altrui. Stiamo affrontando una tematica complessa che richiedeva il giusto tempo per la sua comprensione, invece l’Amministrazione ha scelto una via accelerata, per arrivare velocemente all’approvazione. Resta da capire cosa si vorrà fare per abbattere la discriminazione. Vogliamo vedere le proposte, non solo parole”.

Nicolò Zavarise, Lega – Liga Veneta:

“Quando uno non può più esprimere la sua idea senza essere etichettato come violento o antisociale,siamo di fronte ad una violenza che lede il diritto di espressione. Invece di presentare con chiarezza le vostre idee vi mascherate dietro parole come discriminazione e tutela. Qui non si tratta di essere a favore o contro a particolari situazioni, ma di far capire che questo è il primo passa per l’introduzione sociale che punta, contrariamente a quello che sostenete, a ledere le idee e il diritto di espressione degli altri diversi da voi”.

Federico Sboarina, Battiti per Verona:

“Forse le priorità su cui si dovevano fare le corse erano altre visto che in questi primi 100 giorni di Amministrazione ancora nulla di concreto è stato fatto. Quando si parla di discriminazione è evidente che chiunque all’interna di quest’aula e dentro la nostra comunità deve battersi contro, per tutelare la libertà di tutti. Non dovrebbe esserci bisogno di aderire ad una Rete. Sono cose già previste e normate dalla Costituzione. Voi rincorrete solo una ideologia. Non è ancora chiaro cosa volete fare nel concreto e quanto volte investire. Non esiste una città buona e non buona. Qui nessuno combatte la difesa di diritti ma chiede chiarezza sulle scelte politiche che una parte vuole portare avanti”.

Rosario Russo, Battiti per Verona:

“E’ una carta d’intenti che contiene punti assolutamente condivisibili. Le perplessità nascono sui progetti che si intendono fare per garantire una certa tipologia di diritti a discapito di altri. Le buone intenzioni devono tradursi in buone pressi che in questa delibera non sono spiegate, come non sono spiegati i costi che tutto questo comporterà per il Comune”.

 
 

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