Verona aderisce alla rete Re.A.Dy

 
 

E’ stata approvata dal Consiglio comunale di questa sera, la delibera che definisce l’ingresso del Comune scaligero nella Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, con la sottoscrizione della Carta d’Intenti che specifica le attività che la Rete propone di mettere in campo.

RE.A.DY. Nasce a Torino il 15 giugno 2006, nell’ambito del Pride nazionale, quando la Città di Torino, in collaborazione con il Comune di Roma, riunisce rappresentanti istituzionali di dodici Pubbliche Amministrazioni, tra Regioni ed Enti Locali da tutta Italia, con l’obiettivo di metterli in rete attraverso la condivisione di una Carta di Intenti, il documento costitutivo che ne definisce finalità, compiti, organizzazione e impegni.

Vi aderiscono ad oggi tutti i comuni capoluogo attorno a Verona: Vicenza, Padova, Rovigo, Mantova, Brescia e Trento. Tutte le grandi città del Paese: Roma, Milano, Torino, Napoli, Palermo, Genova, Bologna, Firenze e Bari. Ma anche Regioni come Toscana, Piemonte, Marche e Emilia Romagna. In tutto Vi aderiscono circa 230 tra amministrazioni e enti locali.

Finalità della Rete. La Rete Re.A.Dy punta a individuare, mettere a confronto e diffondere politiche di inclusione sociale per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender realizzate dalle Pubbliche amministrazioni a livello locale. Ancora, contribuire alla diffusione di buone prassi su tutto il territorio nazionale mettendo in rete e supportando le Pubbliche amministrazioni nella realizzazione di attività rivolte alla promozione e al riconoscimento dei diritti delle persone LGBTQIA+.

Dati su Verona. Sono stati 1.678 i casi seguiti dal Sat Pink – Servizio Accoglienza Trans negli ultimi 10 anni, tra supporto psicologico, inserimento lavorativo e supporto per casi di violenza e discriminazione. Sono 421 tra rifugiati e richiedenti asilo supportati dallo sportello Pink Refugees, nato nel febbraio 2017 all’interno del Circolo Pink di Verona. Ancora, sono 259 le chiamate ricevute dal Telefono Amico nel solo 2022 ricevute da Pianeta Milk Verona LGBT* Center.

Dati nazionali. Nel report del 2021 della Gay help line, in collaborazione con l’UNAR (ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) sono stati registrati circa 20.000 contatti di richiesta di aiuto da parte di persone della comunità LGBTQIA+ (50 contatti al giorno). Nel report si evidenzia come ci sia un rialzo delle discriminazioni rispetto all’anno precedente sia in ambito familiare, sociale che lavorativo (il 150% di richieste in più, tornando ai livelli pre pandemici). Il 15% delle denunce riguardano mobbing, stalking e revenge porn sul posto di lavoro, a cui risultano più esposte le persone trans, il 19% denuncia aggressioni e minacce, il 15% denuncia bullismo e atti discriminatori, il 42% denuncia violenze e maltrattamenti in famiglia, soprattutto dai 13 ai 29 anni. Il dato forse più allarmante è quello che riguarda l’età delle persone che contattano il centro: il 40% ha meno di 35 anni.

All’inizio dell’esame della delibera in aula il sindaco Damiano Tommasi è arrivato dopo aver partecipato al premio Domus Mercatorum organizzato dalla Camera di Commercio di Verona.

“Come Amministrazione – ha sottolineato l’assessore alle Pari opportunità Jacopo Buffolo – abbiamo voluto proporre l’adesione alla Rete per schierare la nostra città contro la violenza e la discriminazione. L’articolo 3 della nostra Costituzione parla chiaro. L’Amministrazione di una città deve impegnarsi a rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono a ciascuna persona di realizzarsi ed esprimere liberamente sé stesso. Per questo, tra le barriere che intendiamo eliminare, ci sono anche quelle legate all’orientamento sessuale e l’identità di genere, così da riuscire a fare un’ulteriore passo in avanti nel sentirci comunità.
I temi posti dalla comunità LGBTQIA+ necessitano del mantenimento sempre alto dell’attenzione, al pari tutte le altre discriminazioni. Purtroppo, e ci basta scorrere le pagine dei quotidiani, in tutta Italia continuano ad accadere episodi di pesanti discriminazioni, di violenze fisiche, verbali e psicologiche, causate da atteggiamenti intolleranti ed ignoranti sull’identità di genere e sull’orientamento sessuale.
Una città che ambisce alla crescita e ad essere centrale sul panorama nazionale e internazionale non può permettersi di essere chiusa e di non riconoscere piena dignità alle soggettività di chi la vive. Alla Rete RE.A.DY fanno parte circa 230 tra amministrazioni ed enti locali. E’ oggi fondamentale avviare un coordinamento anche a livello territoriale, dove in questi anni il lavoro delle associazioni si è intersecato con diverse altre realtà, anche istituzionali, come l’AOUI di Verona. Anche per questo riteniamo prioritaria l’adesione a 16 anni dalla nascita della Rete. Solo attraverso il confronto con le diverse realtà, lo sviluppo di buone pratiche, si può arrivare ad un coordinamento efficace, evitando ulteriori ricadute sui nostri Servizi Sociali. Solo favorendo l’emersione dei bisogni e delle necessità dei nostri cittadini e cittadine possiamo svolgere adeguatamente il nostro ruolo di Amministratori. È per queste ragioni che, consci di tutte le problematiche che affliggono la nostra città, questa sera crediamo che sia necessario intraprendere una scelta ben precisa. Tale scelta non è più importante di altre, come talvolta è stato rinfacciato in commissione, ma basilare rispetto alla necessità di tutelare le persone che le nostre città le abitano; perché quando lo si fa, quando si tutelano le persone, questo non è e non deve essere un minus per tutti gli altri”.

 
 

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