1.500 euro per chi rinuncia all’automobile

 
 

Un ‘buono mobilità’ di 1.500 euro per ogni automobile rottamata, 500 euro nel caso di motocicli, con cui i residenti dei Comuni italiani che sforano i limiti di emissioni potranno acquistare abbonamenti del trasporto pubblico locale o regionale. È quanto prevede la legge di conversione del decreto con le misure urgenti per il rispetto della normativa europea sulla qualità dell’aria.

«Abbiamo inserito questa modifica al decreto», spiega il relatore del provvedimento, il deputato veneto Diego Zardini, «per incentivare la transizione modale dal traffico privato a quello pubblico. Erano anni che chiedevamo una misura per premiare chi decide di rinunciare all’auto privata».

Il ‘buono mobilità’ è inserito nell’articolo 2 tra le misure per incentivare la mobilità sostenibile nelle aree metropolitane. In particolare, viene istituito un fondo denominato “Programma sperimentale buono mobilità.

Fino a esaurimento della dotazione, i residenti nei comuni italiani interessati a procedure di infrazione a causa dell’inquinamento atmosferico potranno ottenere un “buono  mobilità”  pari  a  1.500  euro per le autovetture e a 500 euro per i motocicli. Il provvedimento riguarda le auto fino alla classe Euro 3 o di motocicli fino alla classe euro 2 ed euro 3 a due tempi e devono essere rottamati entro il 31 dicembre 2021. 

Il buono potrà essere utilizzato entro i successivi tre anni per l’acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico locale e regionale o per l’utilizzo dei servizi di mobilità condivisa a uso individuale o l’acquisto di biciclette anche a pedalata assistita. Il buono può essere utilizzato anche a favore di persone conviventi.

«Questo incentivo è molto importante», conclude Zardini, «soprattutto per le città della pianura Padana, in particolare del Veneto, afflitte da inquinamento e traffico. Ed è una misura che va incontro concretamente ai nuclei familiari, favorendo e premiando l’eventuale transizione ecologica. Un segno completamente opposto rispetto a quanto fatto l’anno scorso dal governo francese che invece aveva varato misure punitive nei confronti dei possessori di automobili inquinanti, gran parte dei quali sono rimasti senza alternative, scatenando proteste e manifestazioni di piazza durate quasi un anno».

 
 

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