Verona sicura? Imbarazzante silenzio del Ministro dell’Interno e del Presidente della Regione Veneto.

 
 

In questi giorni, successivi al grave sisma che ha scosso il centro Italia, si parla spesso della preziosa opera prestata dai Vigili del Fuoco a favore delle popolazioni colpite dalla calamità. Emerge, sia dalle immagini televisive sia dalle dichiarazioni raccolte, la professionalità e lo spirito di abnegazione che contraddistingue i lavoratori del Corpo Nazionale, professionisti del soccorso pronti ad intervenire in qualsiasi momento e per qualsiasi emergenza.

Ma la politica, nelle sue articolazioni nazionali e locali, quanto tempo e quante risorse investe per pianificare e organizzare il soccorso prestato dai Vigili del Fuoco? che hanno un contratto di lavoro scaduto da quasi 10 anni e da altrettanto tempo chiedono il riconoscimento della specificità del loro lavoro. 

In tal senso, il caso di Verona è rappresentativo di quanto poco si investa su questi professionisti del soccorso. Proprio per questo, nei mesi scorsi, i Vigili veronesi hanno evidenziato le loro gravi problematiche. 

Cosa è successo dopo la segnalazione, precisa e puntuale, e un dibattito pubblico a cui hanno partecipato sia i lavoratori, sia i volontari del Comando di Verona?

Sono passati ormai 166 giorni dal momento in cui i vigili del fuoco di Verona hanno lanciato un messaggio chiaro al Ministro Dell’Interno, al Governo e alla Regione Veneto: a Verona devono essere aperti almeno due distaccamenti, uno a Villafranca e uno nell’est Veronese, e per questo devono essere destinati alla città scaligera almeno 60 dei 1000 nuovi vigili che saranno assunti con le risorse già previste in finanziaria, quindi senza costi aggiuntivi per i contribuenti. 

La richiesta nasce dal confronto con le altre città del Veneto, che possono contare su una media di 6 sedi per ogni provincia, contro le 3 sedi insediate nel veronese. Parlando di personale del Comando di Verona, bisogna ricordare che si sono perse, a causa dei tagli apportati dai governi passati, decine di unità  di personale discontinuo (una forza lavoro precaria che sopperiva, in parte, alla cronica carenza di organico) e, ancor prima, una trentina di vigili ausiliari, che prestavano servizio di leva nei pompieri. Quest’ultima forma di arruolamento temporaneo non è  mai stata, inspiegabilmente,  sostituita dal servizio civile.

Inoltre, i pompieri veronesi hanno segnalato la vetustà della sede centrale che non risponde ai requisiti antisismici e, a causa della mancata manutenzione,  versa in uno stato di degrado insopportabile,  con l’area di manovra degli automezzi e il “castello di manovra” (una sorta di palazzo destinato alle esercitazioni quotidiane) esageratamente deteriorati. Nonostante la Provincia, proprietaria dell’immobile, disponga delle risorse economiche necessarie per un intervento programmato da tempo (esiste un progetto ormai risalente ad alcuni anni addietro), non può intervenire per i vincoli posti dal patto di stabilità. 

Anche in tal senso è stata avanzata la richiesta di un intervento parlamentare, orientato a sbloccare le risorse a favore di uno stabile che, a tutti gli effetti, rientra fra gli edifici destinati alla sicurezza.

Unitariamente i delegati sindacali dichiarano: “La Regione Veneto è stata chiamata in causa per il ruolo fondamentale assegnato ai Vigili del Fuoco nell’ambito della Protezione Civile. Il messaggio alla regione è altrettanto chiaro: mentre le altre regioni d’Italia investono sull’apparato di soccorso dei Vigili del Fuoco,  la regione Veneto, caso unico in Italia, impegna zero risorse, pur sapendo che un investimento sul Corpo Nazionale potrebbe apportare maggiore professionalità, garantendo, nel contempo,  un risparmio di spesa. 

Questo particolare è dimostrato guardando alle altre regioni del nord e non solo, che puntualmente attivano convenzioni per le campagne contro gli incendi boschivi, per i presidi marittimi e lacustri, per l’impiego dell’elisoccorso, per l’acquisto di mezzi attingendo ai fondi europei.” 

Nel corso di un convegno pubblico che si è tenuto il giorno 24 giugno,  hanno assicurato il loro sostegno le amministrazioni comunali di Verona e Villafranca, oltre ai parlamentari e rappresentanti dei gruppi politici: Fare con Tosi; Lega Nord, Movimento 5 Stelle; Partito Democratico. Nonostante ciò, sia il Ministro dell’Interno sia il Presidente Zaia ancora non hanno risposto. 

Nel frattempo,  l’emergenza conseguente al terremoto che ha coinvolto il centro Italia, ha messo in evidenza, oltre alla fragilità del nostro territorio, la professionalità dei Vigili del Fuoco Italiani. 

Concludono i delegati sindacali: ”Una cosa è  sicura, se perdura questo insopportabile silenzio delle istituzioni, i Vigili del Fuoco di Verona inizieranno una protesta che sarà visibile,  perché non è accettabile che sia scaricata su chi lavora la responsabilità dei mancati investimenti in sicurezza.  

I cittadini è giusto che sappiano che la proposta è finalizzata a garantire tempi di intervento certi e la protesta è orientata a evidenziare le responsabilità delle Istituzioni che fingono di non vedere le lacune lasciate in una delle più importanti città d’Italia.”

 
 
Lorenzo Dalai, nato a Verona, laureato in filosofia, sono sposato con Marilisa e ho tre figli. Sono stato responsabile dell’organizzazione aziendale di una catena di supermercati e Consigliere provinciale dal 2009 al 2014. Dal 1980 al 1988 Consigliere nazionale della Federazione Italiana Canoa Kayak, Attualmente Consigliere comunale ad Erbezzo.

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