Studentessa veronese bendata, +Europa Veneto condanna l’episodio

 
 

«La nostra è un’inesorabile condanna all’episodio della studentessa veronese costretta a sostenere un’interrogazione con una benda sugli occhi. In attesa che venga fatta piena luce sulla vicenda, ci sentiamo infatti di respingere simili metodi coercitivi e autoritari. Attenzione però che il singolo episodio non venga usato per demonizzare la didattica a distanza: occorre semmai investire su quella che è stata un’importante esperienza per studenti e insegnanti, lavorando sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per il futuro della nostra scuola».

Gianmarco Luu, coordinatore di +Europa Treviso, Lorenzo Dalai, coordinatore di +Europa Verona, e Corrado Cortese, portavoce +Europa Veneto, evidenziano la necessità di avviare un ragionamento su come l’epidemia abbia cambiato il modo di fare, e di frequentare, la scuola. Una riflessione da fare soprattutto adesso che milioni di studenti sono tornati in classe, come auspicato da +Europa, che già nello scorso mese di gennaio suggeriva dieci proposte concrete per riaprire le scuole in sicurezza.

«Se è vero che la didattica in presenza garantisce quella relazione e quello scambio necessari per la crescita dei ragazzi, è altrettanto vero che la Dad incentiva nuove modalità di ricerca e di approfondimento, favorendo allo stesso tempo una nuova autonomia individuale volta alla collaborazione. – continuano i tre esponenti di +Europa – L’una non dovrebbe sostituire l’altra, ma dovrebbero coesistere per garantire una formazione completa ai nostri ragazzi, al passo con le esigenze di una società in continua evoluzione. Si lavori, dunque, per renderlo possibile e per risolvere eventuali criticità, ad esempio garantendo il giusto supporto psicologico per insegnanti e ragazzi, assicurando la disponibilità di strumentazioni e connessioni, favorendo la formazione dei docenti e snellendo le procedure burocratiche».

Concludono Luu, Dalai e Cortese: «Solo così non saranno stati due anni scolastici persi, bensì investiti per gettare le basi per la scuola del futuro».

 
 

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