Lovato sogna di essere il nuovo Kumbulla

 
 

Le principali dichiarazioni del difensore gialloblù Matteo Lovato, rilasciate in occasione della conferenza stampa di presentazione.

«Le prime impressioni e il salto dalla C alla Serie A? È un privilegio per me essere qui ed è difficile spiegare a parole quello che provo e che ho provato. Ho trovato delle ottime persone, dentro e fuori dal campo, e voglio ringraziarle per l’accoglienza e l’aiuto che mi hanno dato. Io sono qui per migliorarmi tutti i giorni, la differenza ovviamente ancora c’è, ma cerchiamo di limarla giorno dopo giorno, lavorando al massimo. L’arrivo all’Hellas? È stato improvviso, mi hanno detto che c’era l’opportunità di andare al Verona: non ci ho pensato due volte, ho preso la macchina e sono venuto qui. Juric? Il mister trasmette tantissima grinta, voglia di migliorarsi e allenarsi. Avevo già avuto la possibilità di vederlo, seppur da ‘distante’, al Genoa. Anche lui è una grandissima persona, con valori importanti. Non saprei spiegarvelo bene, bisognerebbe viverlo. Certamente lui e il suo staff sanno quello che fanno e gli obiettivi che vogliono raggiungere, così come tutti i giocatori e la dirigenza: tutti noi lavoriamo per continuare così come abbiamo fatto sinora. Se ho parlato con il mister al mio arrivo? Mi ha dato il benvenuto e mi ha detto che bisogna mettersi subito sotto con il lavoro. Mi ha detto qual è l’obiettivo e quali sono i prossimi step. Io sono molto contento e ho tanta voglia di migliorarmi ogni giorno, anche per dare il mio contributo che, seppur piccolo, spero possa aiutare. Che giocatore sono? Ho tanto da migliorare, anche tecnicamente e sui movimenti difensivi, sui quali non si smette mai di apprendere. Credo di essere un difensore aggressivo, che sa marcare: caratteristiche in linea con quello che chiede il mister. So che devo crescere tanto, ma sono qui per questo. Il debutto tra i professionisti? Giocare per una città e per i tifosi ti spinge a dare sempre il massimo ogni volta. Giochi per la maglia, per la squadra, ma anche per chi ti sostiene in tribuna. Tutto questo mi ha fatto crescere a livello calcistico e a livello umano. Cosa posso apprendere dai compagni? Sono tutti giocatori che hanno alle spalle esperienze importanti, chi di tanti anni e chi meno. Cerco di osservare tutti, specie quelli che ricoprono il mio stesso ruolo. Un sogno essere stato convocato con Milan, Lazio e Juventus? San Siro, l’Olimpico e poi il Bentegodi. È stata una sensazione incredibile e, se mi immagino ad agosto, a una cosa del genere non avrei mai creduto. Quando ti trovi in queste occasioni, però, devi viverle appieno e dare il meglio di te stesso, rimanendo concentrato. Verona una grande occasione? Non è un traguardo. Devo partire da qui per obiettivi sempre maggiori. Voglio giocarmi senza timori le opportunità che mi stanno concedendo e a cui, a 20 anni, non puoi rinunciare. Ritrovare Salcedo in Serie A? Abbiamo giocato insieme nelle giovanili del Genoa: è strano ritrovarsi anni dopo e riprendere assieme un percorso come se non fosse mai passato tutto questo tempo. Io spero che Eddie possa avere la miglior carriera possibile, perché se lo merita e sta lavorando tutti i giorni per rientrare al più presto e nelle migliori condizioni possibili».

 
 

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