Innovazione aperta e collaborativa per rilanciare l’economia sociale

 
 

Risorse limitate, contesti competitivi, sfide sociali ed economiche in continua evoluzione. Sono tanti gli ostacoli che gli attori dell’economia sociale devono affrontare per rilanciare la propria azione sul territorio in un tempo segnato da molteplici crisi. Per continuare a svolgere con efficacia questa missione, cooperative, associazioni, fondazioni, imprese sociali e altri enti no profit hanno bisogno di rimanere al passo con i tempi: innovareprodotti, servizi, processi è diventato, anche per loro, un imperativo. Spesso, però, mancano strumenti e competenze e il cambiamento resta una teoria sulla carta. Che fare, dunque? Come evitare di rimanere indietro mentre il mondo corre in avanti? Da dove cominciare?

Una possibile risposta a queste domande arriva dall’open innovation (innovazione aperta o collaborativa), un modello nato un paio di decenni fa negli Stati Uniti e oggi sempre più diffusoanche in Italia. Si basa su un’intuizione semplice ma efficace: la strategia migliore e più sicura per innovare è cercare al di fuori dalla propria organizzazione le soluzioni di cui si ha bisogno. Nel mondo, infatti, esiste già una gran quantità di idee, conoscenze e tecnologie utili per rispondere a esigenze interne e pronte per essere utilizzate. Le fonti possono essere le più disparate: dai centri di ricerca alle startup, dalle università alle PMI innovative. Spesso non serve partire da zero, ma è sufficiente guardarsi attorno, sviluppare sinergie con nuovi partner e aprirsi alle innovazioni già disponibili per capire come applicare al proprio contesto.

Ed è proprio questo l’obiettivo di Foundation Open Factory, il programma sostenuto da Fondazione Cariverona (insieme aFondazione Caritro, Fondazione Cariparo, Fondazione Sparkasse Bolzano e Fondazione VRT) e gestito dal Consorzio Elis. Giuntaalla quarta edizione, l’iniziativa si rivolge a tutti gli enti no profit dell’economia sociale che hanno bisogno di trovare risposteconcrete a uno specifico bisogno tecnologico o digitale in uno degli ambiti identificati dal bando: arte, cultura e spettacolo; servizi socio-sanitari; formazione e lavoro; ambiente, natura ed energia. 

Individuata l’esigenza di innovazione, il team di Elis cercherà i migliori soggetti innovativi (tra startup, PMI innovative, centri di ricerca, spinoff universitari, ecc.) per sviluppare soluzioni efficacialla sfida proposta. Nei primi mesi del 2025, gli enti selezionati (massimo 11) avranno la possibilità di partecipare a un percorso gratuito di co-innovazione e capacity building della durata di 12 settimane, durante le quali verrà implementata e testata sul campo la risposta. Gli attori lavoreranno gomito a gomito, accompagnati da un team di esperti, coordinati sempre da Elis. Alla fine, il programma porterà alla realizzazione di un proof of concept, ovvero di un “modello di prova” utile a dimostrare la fattibilità dell’innovazione sviluppata (prodotto, servizio, piano aziendale, processo di lavoro, tecnologia, ecc.).

“I dati ci dicono che oggi l’83% delle grandi aziende italiane e il 44% delle piccole e medie imprese adottano pratiche di innovazione aperta e collaborativa – ha commentato Filippo Manfredi, direttore generale di Fondazione Cariverona – E sono percentuali in costante crescita. Le esperienze delle precedenti edizioni di Foundation Open Factory e i casi di studio confermano che l’open innovation è uno dei paradigmi più efficaci, sicuri e meno rischiosi per fare innovazione. Siamo convinti che percorsidi questo tipo possono portare un reale valore aggiunto anche agli enti del terzo settore e dell’economia sociale: vogliamo mettere a loro disposizione nuove opportunità di crescita, fondate su sinergie inedite, a vantaggio di tutto il territorio”.

Per partecipare a Foundation Open Factory, l’ente no profit deve avere sede (o operare) nel Triveneto (Verona, Vicenza, Belluno, Trento, Rovereto, Bolzano, Padova, Rovigo) o nelle province di Ancona o Mantova. Può essere, inoltre, capofila di una rete composta da altri soggetti. Per ulteriori informazioni è possibile prendere parte al webinar, che si terrà mercoledì 15 maggio alle 11 (dettagli sul sito della Fondazione). Le candidature dovranno essere inviate attraverso la piattaforma dedicata entro il 20 settembre.

 
 

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