Lettera aperta al Rettore dell’Università degli Studi di Verona e alla cittadinanza tutta

 
 

Apprendiamo dalla stampa locale che l’Università degli Studi di Verona ha ricevuto e accettato l’incarico di svolgere una ricerca per conto di una costituenda e sedicente società di gestione del festival areniano, a mezzo dei signori Maccagnani, Manni e Lambertini, direttamente coinvolti per evidenti interessi economici personali.

Come evidenziato dai giornali inoltre tale ricerca sarebbe svolta in collaborazione con il Dipartimento di Economia Aziendale e con lo scopo di verificare il bacino d’utenza del festival areniano e, in ultima anlisi, la fattibilità economica di tale società.

Un bacino d’utenza che, evidentemente, garantirebbe entrate economiche ingenti e su cui la sedicente Società Per Azioni sarebbe assolutamente interessata a mettere le mani, visto l’afflusso di spettatori che ha visto protagoniste le serate della stagione da poco iniziata, nonostante le ormai celebri affermazioni del sindaco Tosi – anch’egli sostenitore dell’eventuale società di gestione, ovviamente – rispetto alla morte dell’opera e al disinteresse di pubblico verso la stessa.

Considerando che, all’oggi, a Verona, esiste già una Fondazione Lirico Sinfonica a prevalente capitale pubblico che svolge il medesimo compito – tra l’altro alla luce di una tradizione quasi centenaria – chiediamo pubblicamente al Rettore, il Professor Sartor che, sempre da quanto riportato dagli organi di stampa, ha anche ricevuto e incoraggiato i promotori dell’iniziativa, di:

– chiarire i dettagli economici e scientifici della partecipazione dell’Ateneo veronese ad una simile iniziativa che, oggettivamente, legittima la svendita dei beni comuni, pubblici, a favore degli interessi privati di pochi;

– chiarire quale sia la convergenza tra le finalità istituzionali dell’Ateneo veronese (al cui Articolo 1 del suo Statuto dichiara di avere come finalità “la crescita, l’elaborazione critica e la diffusione del sapere e la promozione della cultura, al fine del progresso culturale, civile e sociale del Paese”) e quelle della costituenda società privata;

– garantire che, nella realizzazione di tale co-partecipazione, siano state rispettate tutte le procedure amministrative previste dall’Ateneo;

– spiegare ai cittadini e a tutti gli amanti della lirica e dell’opera areniana, per quale motivo l’Ateneo debba rendersi disponibile come strumento per la privatizzazione e il perseguimento di un disegno di liquidazione di una rilevante istituzione pubblica.

– Chiarire quali siano realmente le persone (docenti dell’ateneo e no, esterni e no) implicati della ricerca avviata dall’Università, quale sia il Dipartimento coinvolto, e come sia stato formalizzato tale rapporto.

Comitato Opera Nostra – Fondazione Arena di Verona Bene Comune

 
 

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