Inquinamento, la preoccupazione del Comitato Verona Sud

 
 

“Nel report “MAL’ARIA”, pochi giorni fa pubblicato da LEGAMBIENTE, viene evidenziato che i nuovi standard sulla qualità dell’aria, approvati nell’ottobre 2024 dal Parlamento Europeo e che entreranno in vigore il primo gennaio del 2030, dovranno essere stimolo a migliorarsi per tutti gli stati membri della Comunità Europea”.

Il Comitato Verona Sud entra nel dettaglio dei problemi rilevati da Legambiente senza lesinare una stoccata al Consiglio Comunale, reo di rimanere immobile di fronte all’emergenza inquinamento.

“In tale scenario l’Italia evidenzia una preoccupante inerzia nel volere affrontare questo problema che non è solo ambientale, ma soprattutto sanitario e di conseguenza economico.

Infatti, i numeri sull’inquinamento atmosferico registrati nelle città capoluogo, pongono l’Italia piuttosto indietro nella classifica stilata dalla Comunità Europea.

In questa gara a fare peggio, Verona risulta in terza posizione per i giorni di superamento della soglia limite di PM 10 (definita in 50 microgrammi per m3) e prima in assoluto per la concentrazione media annuale di polveri sottili (PM10), avendo raggiunto i 32,6 microgrammi per m3.

Per capire meglio il triste primato che la nostra bella città ha raggiunto è però indispensabile analizzare i dati pubblicati da Legambiente dal punto di vista storico/dinamico, metodologia determinante per verificare gli effetti delle azioni in precedenzaintraprese; purtroppo, risulta che quelle (non) adottate dai nostri politici locali hanno portato Verona al top della classifica nazionale per il Mal d’Aria.

Nella classifica relativa ai giorni di superamento della soglia limite di PM10 (50 microgrammi per m3), nel 2018 Verona occupava la 21a posizione con 44 giorni, la 17a nel 2022 con 59 giorni, la 7a nel 2023 con 55 giorni per migliorarsi nel 2024 tanto da raggiungere il terzo posto assoluto con 66 giorni.

Invece, nella graduatoria riguardante la concentrazione media annuale di polveri sottili, la nostra città pur registrando negli ultimi 5 anni valori sostanzialmente stabili (oscillando tra i 32 ed i 33 microgrammi per m3), dalla 7a posizione del 2020, dalla 6a del 2022, dalla prima del 2023 con 32 microgrammi – a pari merito con Padova e Vicenza – nel 2024 ha raggiunto la vetta in solitudine con 32,6 microgrammi (mentre a Padova ed a Vicenza la concentrazione media annuale di polvere sottili è scesa rispettivamente a 31 e 30 microgrammi).

Dall’andamento delle 2 classifiche (vedasi all. specifiche tabelle), specialmente dalla seconda, appare evidente che ai politici locali il miglioramento della qualità dell’aria di Verona non interessa, problema che invece risulta stare più a cuore alle amministrazioni comunali di altri capoluoghi di provincia.

E Verona nei prossimi anni consoliderà ulteriormente questi tristi primati viste le intenzioni dell’attuale giunta di trasformare a logistica i 150 ettari verdi della Marangona, di realizzare la Strada di Gronda e di farsene un baffo della realizzazione del Parco all’ex Scalo Merci, voluto non solo da chi vive a Verona Sud ma da tutti i cittadini (vds. Sogni per il futuro presenti nell’all.1 – Percorso di ascolto e partecipazione riguardante il prossimo P.A.T.).  

Pertanto non si può non costatare come il Consiglio Comunale abbia perso il suo ruolo nobile di rappresentanza dei cittadini a favore di vari potentati economici.

Così nel 2030, certi che Verona non sarà riuscita a rispettare i nuovi parametri imposti dall’Europa, ai suoi cittadini toccherà pagare la multa che verrà inevitabilmente commissionata da Bruxelles”.