Il Futurismo a Verona

 
 

di Matteo Castagna

Il Gruppo Sportivi Veterani Veronesi ha la sua storica sede in Via Albere 43, a Verona. Quest’anno compie 95 anni e, come da statuto, apre ad eventi non solo di carattere sportivo, ma anche culturale. Organizzatore Enrico Meliadò, alla presenza del Presidente Gigi Tisato, che ha fatto gli onori di casa, l’Assessore Marco Padovani, che ha portato i saluti del sindaco Federico Sboarina e di tutta l’amministrazione comunale, il prof. Giovanni Perez ha tenuto una conferenza su un argomento apparentemente di nicchia, ma molto interessante, quale il Futurismo a Verona. Studioso ed editore di “Vita Nova”, Perez ha pubblicato ben quattro libri sull’argomento ed uno è in produzione. La volontà sarebbe quella di riuscire a realizzare una grande mostra, magari con il coinvolgimento, proprio dell’amministrazione scaligera.

Il Futurismo è il movimento artistico d’inizio Novecento più importante che si registra in Italia. 

Alla base del futurismo fu l’intuizione che la cultura del secolo passato non avrebbe potuto non tener conto dei poderosi processi di trasformazione socio-economica in atto: la rapida industrializzazione, la nuova struttura e la nuova funzione delle città, il trionfo della velocità, protagonista dei mezzi di comunicazione (come la radio) e dei mezzi di trasporto (l’automobile, l’aereo e in generale quelli mossi dal motore a scoppio), infine la stessa violenza distruttiva delle nuove armi. Ai futuristi risultò inadeguata la vecchia concezione della cultura come riflessione e comprensione razionale della realtà, cosa che secondo molti ne rappresentò il profondo limite, per altri la genialità; così le contrapposero l’idea di una cultura incentrata sul bisogno di agire e su un progetto artistico capace di rappresentare il dinamismo.

L’elaborazione teorica fu affidata ai cosiddetti “manifesti”. Il primo Manifesto del futurismo fu pubblicato il 20 febbraio 1909 da F.T. Marinetti, sulle pagine del quotidiano “Le Figaro” di Parigi e richiamava l’atto di fondazione di un movimento politico: i futuristi aspiravano a modificare radicalmente la società. Il futurismo, dunque, si pose in un’ottica dichiaratamente antiborghese e rivoluzionaria: fu soggettivista e poliedrico, sottintendendo comunque – e lo sottolinea Perez – una filosofia scettica, che si poneva senza dare risposte, le domande ancestrali dell’uomo sul senso della vita e della morte. Le opere artistiche e letterarie del Futurismo sono state rivalutate negli ultimi anni, dopo un lungo periodo di oblio, se non di aperta opposizione, in quanto considerate legate al Ventennio. Ma Perez rifiuta etichette politiche per il Futurismo, dicendo che rimase un movimento a se stante, strumentalizzato da molti che non avevano interesse alla sua espansione ed al suo successo, in un periodo storico in cui imperversava il dadaismo.

A Verona il Movimento Futurista fu particolarmente vivo, grazie all’impegno di artisti e letterati quali Alfredo Ambrosi, Piero Anselmi, Bruno e Tullio Aschieri, ma anche il cattolico Di Bosso.  Il legame tra questa città e il Futurismo divenne profondo per la presenza di Umberto Boccioni, uno dei massimi esponenti del movimento, che morì proprio qui, in loc. La Sorte al Chievo, cadendo da cavallo, nel 1916.

Le cosiddette “aeropoesie” futuriste, lette con passione da un poeta in sala, hanno concluso un pomeriggio uggioso d’inizio autunno.

 

 

 
 
Nato in Val di Fassa nel 1976, ma Veronese "de soca" da generazioni, si è diplomato al Liceo Classico "Alle Stimate". Dopo aver studiato per due anni Giurisprudenza, prima a Ferrara e poi a Verona, ritiene opportuno entrare nel mondo del lavoro. E' sposato dal 2001 e lavora da 15 anni per un Ente pubblico economico. Eredita dalla famiglia la passione per la lettura, per la politica e per il giornalismo, mentre è alle elementari che nasce quella indissolubile per l'Hellas Verona e per il calcio in second'ordine. Ama Dio da Cattolico tradizionalista militante, la Patria e la Famiglia, stare con gli amici, pochi ma buoni, l'allegria e il realismo, l'onestà e la trasparenza. Se qualcuno lo addita come persona all'estrema destra del Padre, diciamo che non si offende.

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