Il Campiello al Teatro Filarmonico

 
 

Occasione imperdibile per scoprire un capolavoro raramente rappresentato dell’opera del ‘900, raffinato e divertente: in scena pettegolezzi, fidanzamenti, sospiri e baruffe, per una commedia frizzante con un pizzico di malinconia. Il ‘700 aureo di Goldoni rivive in tutte le sue sfumature, uno spaccato di vita quotidiana in una piazzetta di Venezia, mentre sullo sfondo scorre la Storia. In scena il 20, 22 e 24 marzo.

“Cara la mia Venezia…”: Il Campiello è un’opera esilarante del veneziano-tedesco Ermanno Wolf-Ferrari dalla commedia di Goldoni e, al tempo stesso, una dichiarazione d’amore alla città natale. Gasparina sogna di abbandonare la piazzetta dov’è cresciuta e ci riuscirà dopo l’incontro con un cavaliere “foresto”; il campiello pullula di vita, giochi, liti, rumori; le mature Cate, Pasqua (uomini en travesti) e Orsola, e i loro figli Lucieta (presto sposa dell’iroso Anzoleto), Gnese e Zorzeto spettegolano e bisticciano, salvo poi riunirsi alla locanda e brindare assieme. Il campiello è luogo dell’anima, dove il tempo si cristallizza e i tipi umani del ‘700 sono sempre veri e attuali: nello spettacolo del regista Federico Bertolani il tempo scorre al di fuori della piazzetta e qua e là, sullo sfondo tra i palazzi, affiorano i grandi momenti di tre secoli di Storia, in un omaggio a Venezia. Dopo il debutto alla Scala del 1936, i tre atti brevi e frizzanti de Il Campiello sono arrivati per la prima volta a Verona domenica scorsa, con successo: replichemercoledì 20 marzo alle 19, venerdì 22 alle 20 e domenica 24 alle 15.30. Biglietti, abbonamenti e carnet disponibili al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico, alla Biglietteria dell’Arena e, due ore prima di ogni recita, alla Biglietteria stessa del Teatro Filarmonico in via Mutilati.

Gasparina, fanciulla snob che riscoprirà il legame col natio campiello, è interpretata da Bianca Tognocchi, il Cavalier Astolfi, nobile napoletano decaduto e gaudente, da Biagio Pizzuti; le coppie di giovani amanti, messe alla prova da gelosie e malintesi, sono composte da Sara Cortolezzis e Gabriele Sagona(Lucieta e Anzoleto), e da Lara Lagni e MatteoRoma ((Gnese e Zorzeto). Fabrizio, il burbero zio di Gasparina è Guido Loconsolo e le tre vecchie donne del campiello rispettivamente Leonardo Cortellazzi(Dona Cate, madre di Lucieta), Saverio Fiore (Dona Pasqua, madre di Gnese) e Paola Gardina (Orsola, fritolera, madre di Zorzeto). La nuova produzione di Fondazione Arena si avvale delle scenografie diGiulio Magnetto, dei costumi di Manuel Pedretti e delle luci di Claudio SchmidL’Orchestra di Fondazione Arena e il Coro preparato da Roberto Gabbiani sono diretti da Francesco Ommassini, veronese d’adozione ma autentico veneziano per nascita e formazione.

 
 
Classe 1959. Sono iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1983. Sono stato il responsabile dell’ufficio stampa di Amia per oltre trent’anni. Appassionato di storia e cultura veronese ho fondato la rivista Civiltà veronese e una casa editrice che ha pubblicato importati volumi, tra cui alcuni racconti inediti di Emilio Salgari e “Le invenzioni del cerusico coltelli di Berto Barbarani”. Appassionato di storia religiosa ho pubblicato oltre mille schede biografiche di santi, beati, venerabili e servi di Dio. Dopo aver fatto il parlamentare, il sindaco e il consigliere comunale, da pensionato voglio torno ad occuparmi di quanto mi appassiona.

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