I dubbi di Bertucco dopo la rimozione forzata di Motta

 
 

“Da sempre segnalo l’anomalia dell’assunzione del direttore generale Agec Motta, risultato di una selezione bandita ma mai portata a termine con il confronto di altre candidature.

Oggi però mi domando se la votazione del cda Agec sia stata frutto di una visione aziendale o soltanto l’esito partorito da una faida interna al centrodestra”.

Questi sono i dubbi di Michele Bertucco sulle intenzioni che hanno mosso il CDA di Agec a rimuovere Motta, da ieri ex Legale Rappresentante dell’Azienda di via Noris.

Bertucco, che poi torna sull’attuale licenziamento, ricorda:

“Quando sollevai la questione due anni fa, nessuno tra i novelli Savonarola leghisti di oggi proferì parola, per il semplice fatto che allora erano amici di Tosi e di Motta, mentre adesso li vediamo in prima linea nella battaglia per la legalità, mostrando tra l’altro una vistosa spaccatura politica con una parte della loro coalizione.

Ma, arrivati a questo punto, un’ulteriore perplessità mi sfiora: perché non lasciare a Motta terminare il suo mandato, ormai in scadenza, anziché avventurarsi in una lunga battaglia legale? La causa per dimostrare la nullità dell’assunzione ci costerà di più o di meno degli stipendi che Motta avrebbe percepito fino alla scadenza dell’incarico? Non da ultimo: che cosa cambierà senza Motta? Riprenderanno gli investimenti in edilizia pubblica popolare? Verranno sistemate le case pubbliche che cadono a pezzi? L’azienda verrà alleviata dal macigno del mutuo per l’acquisizione delle farmacie che la prima amministrazione Tosi le affibbiò e che da anni ne paralizza l’operatività? Cambierà qualcosa nel metodo di assegnazione del servizio di mensa scolastica, ormai anch’esso in scadenza?”

 
 

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