Divieto apertura delleattività commerciali nei giorni festivi: doccia fredda della Corte Costituzionale.

 
 

PUBBLICATA LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE N.98/2017 IN MERITO ALLA LIBERALIZZAZIONE DEL MERCATO DELLE APERTURE COMMERCIALI.

Si è da poco conclusa la Festa del I° Maggio con la manifestazione dei ragazzi della Rete degli studenti medi di Verona che hanno deciso di donare una rosa rossa a chi lavorava nei 130 negozi di Adigeo proprio in quel giorno.

Un esercito di 298 mila persone, ecco i forzati veneti del lavoro: quelli che passano le domeniche come normali giorni feriali. Lo racconta un’indagine della Cgia di Mestre (Associazione Artigiani Piccole Imprese).

In Veneto, i lavoratori sono circa 1,6 milioni e il 18,6 per cento del totale lavora nei festivi.

Sono quelli che la domenica e le feste consacrate (quasi sempre) le passano come normali giorni feriali, dietro il bancone del bar o della pasticceria, nella cucina del ristorante o ad accogliere clienti in hotel e negozi. O, ancora, di turno negli ospedali, nelle questure o in una caserma dei vigili del fuoco. In Veneto, i lavoratori sono circa 1,6 milioni, significa che una persona su cinque, il 18,6 per cento del totale, è in servizio di domenica e – è appunto il caso di autisti di bus, treni, personale sanitario e delle forze dell’ordine – a Pasqua e Pasquetta, a Natale e Santo Stefano o a Ferragosto. il 25 aprile e il I° Maggio.

Il tema del lavoro domenicale ha acceso polemiche e dibattiti infuocati ma, a guardare le statistiche, il Veneto non è nella rosa delle regioni con più personale impegnato nei festivi. Lo studio della Cgia ha stilato la classifica delle regioni con più dipendenti che di domenica, invece di riposare, sono al lavoro. E il Veneto è al quint’ultimo posto, seguito da Campania, Emilia Romagna, Marche e Lombardia. Sul podio, invece, Valle d’Aosta (29,5 per cento), Sardegna (24,5) e Puglia (24). «Buona parte del Paese è a vocazione turistica, per questo c’è maggior propensione a lavorare anche nei week end», dice Renato Mason, segretario di Cgia.

Il tema dell’apertura degli esercizi commerciali durante i giorni festivi o le festività è ancora “caldo” a Verona, nel Veneto e in tutte le Regioni d’Italia, ma a raffreddarlo è arrivata la Sentenza della Corte Costituzionale n. 98 dell’ 11 aprile 2017, depositata ieri 10 maggio.

La Consulta concede piena libertà alle attività commerciali anche nei giorni ritenuti inviolabili: 1° gennaio, Pasqua e successivo lunedì, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1° novembre, 25 e 26 dicembre. Questo è il monito che proviene dalla Corte costituzionale, con una pronuncia (scarica sentenza Corte Costituzionale n. 98/2017) da tempo attesa e che ha generato recenti contrasti per l’outlet di Serravalle. A monte dell’annullamento di una legge regionale (del Friuli, n. 4/2016), vi è il conflitto tra Stato e Regioni sui confini tra commercio e tutela della concorrenza. La prima materia è regionale, la seconda appartiene alla competenza esclusiva dello Stato.
La sentenza n. 98/2017 ricuce le varie norme sul liberalizzazione del mercato e tutela della concorrenza, norme che costituiscono un limite alla disciplina che le Regioni, anche statuto speciale, possono adottare nell’adiacente settore del commercio. In materia di orari e aperture degli esercizi commerciali vige ora in pieno il principio dell’assenza di limiti e prescrizioni posto dall’articolo 31, comma 1, del Dl 201/2011.

Le attività commerciali sono quindi libere da orari di apertura e chiusura, dall’obbligo di chiusura domenicale, festiva nonché di mezza giornata infrasettimanale. Questa norma del 2011 e il principio di liberalizzazione ivi contenuto sono collocati saldamente all’interno della «tutela della concorrenza» (articolo 117, comma 2, lettera e) della Costituzione): i vari tentativi di inglobare orari ed aperture nella diversa materia del “commercio”, vengono così venir meno.

Come detto da Papa Francesco: “Si può dire che oggi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca.”

Secondo voi è possibile tornare indietro ?.

Alberto Speciale

 

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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