Vinitaly 2019-focus Veneto: brilla il Lugana, ma è sempre il Prosecco la locomotiva del vino italiano

 
 

Abbiamo chiuso la stalla quando i buoi erano già scappati: l’allarme salva-ambiente è stato ignorato quando ancora si poteva fare marcia indietro, ora possiamo solo impedire ulteriori sfregi al nostro pianeta e ogni settore sta incrementando le misure per contribuire. Vinitaly 2019 ha presentato Vinitalybio, salone dedicato al vino biologico certificato prodotto in Italia e all’estero, organizzato in collaborazione con Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica  nel padiglione F, dove, oltre agli stand, è stata allestita un’enoteca “bio”.

  

Tra i numerosi produttori presenti, il ciclista veneto (nato a Conegliano nel ’74, pro dal 1997 al 2012) Marzio Bruseghin: «ho alle spalle una splendida carriera sportiva, che mi ha portato fino al terzo gradino del podio al Giro d’Italia 2008; proprio in quell’anno ho potuto brindare con le mie prime bottiglie di Prosecco Doc e, da quel momento, ho dedicato tutto me stesso all’azienda agricola». E i risultati di una vendemmia eseguita a mano sono un Prosecco extra dry, una versione brut e un vino frizzante sui lieviti che, per tradizione, chiama l’abbinamento con i salumi, per poi sposarsi bene anche con i pesci grassi ed i crostacei.

  

Il “regno” di Marzio si chiama Amets, dove alleva anche asinelli che pascolano liberi e falciano l’erba: questo storicamente e ingiustamente bistrattato animale, è diventato il simbolo dell’attività, che ha sede a Vittorio Veneto, sulle pendici delle Prealpi trevigiane.

(Eno)cicloturismo – In tema di due ruote, interessanti proposte che abbinano movimento e divertimento arrivano dal Garda: nel contesto di “Cantine aperte”, il 25 maggio si pedala alla tenuta S. Cristina, Peschiera (www.zenato.it), mentre senza limiti di data è aperto il percorso “In bici con Matilde”, esteso sulle terre anticamente di Matilde di Canossa (1046-1115) e suddiviso in tre opzioni, a coprire un week-end slow, o anche meno, per chi è più allenato. Il ciclotour  San Bendetto Po si snoda su circa 73 km., il ciclotour Mantova su 68 e il terzo, Ostiglia, su 113.

Siamo in territorio che vede al confine il comprensorio del Lugana, un vino che quest’anno è salito alla ribalta nazionale. Tra i risultati della ricerca sul mercato del vino italiano nella grande distribuzione, effettuata dall’istituto di ricerca IRI in esclusiva per il salone veronese, è emerso, infatti, un aumento di vendite per vini e spumanti biologici, (rispettivamente  18% e 11,8%). Nella speciale classifica dei vini emergenti, cioè a maggior tasso di crescita, brillante la performance dello splendido bianco doc localizzato tra Brescia e Verona, che ha conquistato il primo posto, con un aumento a volume del 22,1% nel 2018 (e a valore del 24,2%).

Bollicine: innegabile che il Prosecco è stata e rimane la locomotiva del mercato. L’export tricolore 2018 si è chiuso a 6,2 miliardi (+3,3%), ma oltre della metà dell’incremento è merito degli spumanti (+11,2%, 1,5 miliardi) e sui 200 milioni di euro in più venduti all’estero, 120 sono targati Dop Prosecco. Il primo cliente – gli USA – sale (+1,5 nei volumi) e il segno positivo è sempre sotto il… segno del Prosecco (fonte Gambero Rosso). In questo frizzante panorama, altre bollicine autoctone si stanno ritagliando un posto al sole, vedi il nostro Durello, che, insieme ai fermi della Cantina di Soave, ha richiamato al corner del padiglione 5 grande affluenza, soprattutto giovani.

  

Matteo Fongaro, vicepresidente del Consorzio Tutela Vino Lessini Durello, zitto zitto lavora in vigneto certificato bio già dal 1988 e dal 2012 lo è anche il vino, a dimostrazione di un orientamento virtuoso, o, meglio, naturale, da tempi non sospetti. «Poi – puntualizza Matteo – non è detto che vino bio significhi per forza più buono; certo è che c’è un’attenzione particolare. Ad esempio, 150 mg. è il limite massimo per il contenuto di anidride solforosa negli spumanti: noi ci fermiamo a 30; date per scontate le buone pratiche e il rispetto delle norme, all’assaggio e al gusto l’ultima parola deve comunque averla il vino».  Fongaro ne propone sei, da Cuvée a Riserva Pas Dosé, passando per Gran Cuvée, Brut, Riserva Brut e Pas Dosé: tutti spumanti dal lungo processo di rifermentazione in bottiglia, il metodo tradizionale classico, e figli di vigne su terreni vulcanici, che conferiscono all’uva Durella – così detta per la buccia coriacea – spiccate proprietà minerali.

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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