Aeroporto Catullo – Andrebbe tutto bene, se…

 
 

I veri problemi dell’aeroporto …

Leggiamo con una certa dose di incredulità l’articolo a firma del collega Enrico Giardini su L’Arena dal titolo “Dalla Città due richieste per il Catullo …” . Le richiesta sarebbero nella normalità qualora ci fosse un aeroporto spendibile e non quello che tutta la città sta vivendo.

Le opere chieste sono importanti e necessitano di grandi investimenti, soprattutto il collegamento ferroviario e, come quasi sempre accade in questi casi, l’analisi costi benefici renderà quasi impossibile la realizzazione dell’opera stessa.

Anche le minoranze Dem cittadine e i pentastellati si affacciano, ora, alla finestra e strillano frasi talvolta incomprensibili.

Ma andiamo per ordine, l’aeroporto di Verona Villafranca è stato declassato, svenduto dai soci alla SAVE che chiaramente lo tiene lì senza sviluppare tutto il suo potenziale.

La ragione?

Lo ha detto lo stesso Doge nell’intervista a valle dell’assemblea dei soci SAVE, Venezia deve raddoppiare il traffico e non c’è posto per tutti. Il piano industriale di SAVE non prevede grandi investimenti per Verona e tutto il traffico internazionale (quello che conta e spende) deve passare per Venezia. Questo lo hanno capito tutti, meno Confindustria Verona, o meglio la Dott.ssa Carisano lo sa, e probabilmente le va bene così, Mister day non si esprime.

Abbiamo più volte evidenziato che il comitato ambiente aeroportuale ha ridotto il numero dei movimenti per il lungo termine da 80 mila a 44 mila, il che significa che Verona potrà arrivare al massimo a 4.5 milioni di passeggeri e poi STOP!

La strategia messa in atto da SAVE non fa una piega, capacità recettiva aeroportuale ridotta e investimenti minimali per arrivare ai 4 milioni di passeggeri con il progetto Romeo che se tutto va bene sarà pronto nel 2025.

In questo scenario si può parlare di collegamento ferroviario o spostamento del casello autostradale, ma allo stato dell’arte sarebbero più una spesa che un vero beneficio. Diverso sarebbe se finalmente si vedesse lo sviluppo dell’aerostazione con 7/8 milioni di passeggeri all’anno.

Tutto ciò è possibile se si mette SAVE alla porta, o la si rende inoffensiva.

Il Comune ha capito quello che sta succedendo all’aeroporto.

Parlare di un collegamento ferroviario per l’aeroporto (dista 10 minuti di auto ….) sarebbe come mettere il carro davanti i buoi.

Probabilmente, però, la finalità è proprio quella di vedere sviluppato l’aeroporto per le sue vere potenzialità, con un medio – lungo termine che arrivi agli 8 milioni di passeggeri, infischiandosene di Venezia e del tanto strombazzato raddoppio.

Con quali capacità può pensare il Doge di raddoppiare i passeggeri su Venezia, se il territorio non ne può accogliere così tanti, anche solo guardando il numero di posti letto della città lagunare?

Ne abbiamo già abbastanza con l’uomo di sale e Fracchia che sono 4 anni che ci raccontano di tutto ed il contrario di tutto.

Comprendiamo che si sia arrivati alla soluzione del problema alla radice.

Una bella gara pubblica per scrollarsi di dosso il vampiro in gondoletta, e il via libera al collegamento ferroviario, magari meglio un people mover che ha un impatto ambientale più basso, e il casello autostradale, con il tanto agognato sviluppo dell’aerostazione!

Siamo sulla buona strada, concentriamoci sull’obiettivo, è a portata di gara!

…se non ci si perde in un bicchier d’acqua (salata)!

 
 
33 anni, parte di questi trascorsi inutilmente nel tentativo di scrivere una biografia seria e sensata. Forse questa è la volta buona (lo dico sempre!). Italiano e veronese, amante della comunicazione con ogni mezzo e a (quasi) ogni costo. Hellas Verona nelle arterie, musica jazz e le parole di un caro amico al momento giusto. Con la famiglia di VeronaNews per dare il meglio di me alla città che più amo al mondo.

2 COMMENTI

  1. È vero; all’improvviso c’è un risveglio generale che pare a comando. Stanno assopiti per mesi, lasciando che si consumi lo scempio per poi stracciarsi le vesti e proporre tacchi a spillo con braghe di tela ( collegamento ferroviario per uno scalo ridimensionato nei fondamentali). E poi, la estenuante lentezza, simulata dal”politically correct” che invece lascia le cose come sono. Quali formalità impediscono ancora di sfiduciare pubblicamente gli Attori del disastro Catullo? C’è ancora chi crede di aver salvato il Catullo, vendendo “brevi manu” le sue quote al diavolo senza che questi sia smentito con vigore. C’è aria di trasformismo, di opportunismo, di palude in formazione. Intanto il Catullo langue e recuperare il perduto non è cosa facile. Ci vorranno anni. Tanto, che importa: la città è piena di gente come anche il lago. Bergamo è vicino e ci basta Francoforte o Monaco per volare nel mondo. È il grande pressappochismo che fa il male di Verona e la Sua totale mancanza di orgoglio e amor proprio; ciò che abbonda nei vicini.

  2. intanto a Trieste
    http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2018/05/06/news/si-accende-la-partita-per-il-trieste-airport-in-campo-orio-al-serio-1.16799530
    sottolineo l’ultimo paragrafo:
    “”Tra i pretendendi ci sarebbero, ma il condizionale è d’obbligo, Atlantia, che fa capo a Benetton e che controlla la società Aeroporti di Roma, il fondo privato F2i, azionista di riferimento di SEA e presente a Napoli, Torino, Bologna e Alghero, ma anche Fraport, che controlla 14 scali greci e detiene il 75% dell’Aeroporto di Lubiana. Interesse sarebbe stato manifestato da Aéroports de Paris, ma soprattutto Everbrigh di Hong Kong, che recentemente ha messo le mani su Tirana.””

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