TAV: i no di Legambiente e M5S, le valutazioni di Macron

 
 

TAV: non si placa il dibattito. La Francia sta valutando i costi della Torino-Lione e riconsiderando costi e benefici dell’opera; il commento di Legambiente Lombardia, nella persona del responsabile trasporti Dario Balotta, è che “se Manuel Macron ritiene prioritario fare appalti sulla Ferrovie tradizionali e si prende un’altra pausa di riflessione non si vede perché in Italia le risorse non debbano andare sulle linee sgangherate dove viaggiano (si fa per dire) i pendolari. Il nostro Paese ha due motivi in più dei transalpini per fermare i lavori della Brescia Verona: non è stata fatta ancora nessuna analisi costi benefici che ne dimostri l’utilità ed i costi per km di rete sono mediamente tripli di quelli francesi“.

Del medesimo avviso il M5S: “Tav? No grazie. I cittadini del Movimento 5 Stelle della provincia di Verona promettono battaglia a un progetto costoso, inefficiente e che rischia di fare felici solo speculatori e corrotti. Lo faranno con eventi che verranno realizzati in tutti i centri del Veronese interessati dalla linea Brescia – Verona“. Così, in conferenza stampa a Peschiera del Garda, i consiglieri comunali delle province di Brescia e Verona, Francesca Businarolo, deputata del M5S e Manuel Brusco, consigliere regionale.

La linea del Movimento 5 Stelle – ha detto Businarolo – rimane quella di sempre: la Tav non ci piace, perché è oltremodo costosa e non risolve i problemi dei pendolari. Non ci sono nemmeno i benefici: la linea per le merci, non è satura, a differenza di quanto ipotizzato nel 2001. Peschiera e il basso Garda, in questi giorni, sono spesso tirati in ballo: c’è chi dice che qui si farà una fermata dell’alta velocità. È una ridicola presa in giro: o parliamo di alta velocità “vera”, quindi di treni che hanno bisogno di percorrere almeno cento chilometri tra una stazione e l’altra, oppure è una farsa che prevede la realizzazione di un’infrastruttura costosissima, almeno due miliardi e mezzo solo per la Brescia-Verona, per non avere differenze di rilievo rispetto a una normale “Freccia”. La stazione a Desenzano c’è già dal 1859, e va ammodernata: i turisti non devono spostarsi ai cinquecento chilometri orari. Infine, c’è da avere più di un dubbio rispetto alle dichiarazioni di quanti prevedono lavori lampo: solo per la pubblicazione della delibera del Cipe, senza la quale non può iniziare l’opera potrebbero volerci dei mesi”.

Ci sono molti motivi per nutrire perplessità sull’approvazione arrivata dal Cipe – ha spiegato Brusco – a cominciare dalle gravi lacune evidenziate anche dal Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, che in ben due occasioni si è soffermato sulla mancata applicazione delle norme tecniche che definiscono la nuova classificazione sismica del territorio nazionale, dichiarando che il progetto definitivo deve essere pertanto rivisto, modificato e integrato o almeno adeguato nel rispetto della normativa. C’è poi da mettere in conto il grave impatto ambientale nell’anfiteatro morenico del Garda. Il tutto ad un costo esoso: 90 milioni di euro a chilometro. Non è un caso che proprio in questi giorni, il presidente francese Macron abbia annunciato il congelamento dei cantieri per rivedere un’opera considerata poco conveniente“.

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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