M5S: interrogazione in Regione sui ticket non dovuti all’Azienda Ospedaliera di Verona

 
 

 

Una denuncia del M5S – le consulenze specialistiche necessarie richieste dal Pronto Soccorso di Borgo Trento spesso vengono effettuate da medici in formazione (specializzandi) e non da specialisti – si traduce ora in un’interrogazione protocollata in Regione Veneto dal consigliere regionale Manuel Brusco; nel documento si chiedono alla giunta spiegazioni sulle modalità di operare e sui relativi ticket addebitati ai pazienti.

In una nota del 7 marzo 2012, la Direzione dell’Azienda ospedaliera specificava che “ le prestazioni di consulenze fornite da medici in formazione specialistica nel corso di un accesso al Pronto Soccorso, qualora non controfirmate dal medico strutturato, non possono essere assoggettate a ticket”. E va aggiunto che solo il medico strutturato, nel caso venga richiesta una consulenza affinché il medico del Pronto Soccorso possa arrivare ad una diagnosi, è titolato ad effettuare tale visita; tuttavia spesso si assiste a visite fatte da medici specializzandi: se queste non sono avvallata dal tutor – ovvero da uno specialista strutturato che firma la diagnosi dello specializzando – la consulenza stessa non ha valore medico-legale e non sarebbe quindi assoggettabile al ticket.

Il medico del Pronto Soccorso, nello specifico, vive una situazione paradossale; deve, infatti, avallare una diagnosi (per la quale lui stesso ha chiesto la consulenza) in primo luogo dal punto di vista medico-legale, nell’ipotesi di errata diagnosi da parte del medico in formazione al quale era stata chiesta la consulenza. In secondo luogo, qualora non la avallasse, determinerebbe la mancata riscossione del ticket, con conseguente danno erariale.

Altra evenienza in cui Brusco denuncia una possibile anomalia è l’addebito al cittadino del ticket di accesso al Pronto Soccorso, comprendente la visita medica, nel caso in cui si attivi il modello “fast track”: con questa procedura, il paziente viene mandato dall’infermiere che esegue il triage direttamente al reparto per la visita specialistica, al termine della quale il medico assegna il codice colore di uscita per la compartecipazione alla spesa. Quando un paziente esce dalla visita con il codice bianco, si ritrova dover pagare il ticket di accesso al Pronto Soccorso comprendente la visita del medico del Pronto Soccorso – che in realtà non ha ricevuto – e la visita dello specializzando, anche se non convalidata dal tutor.

A seguire la vicenda è anche Chiara Corsini, candidata M5S per il Consiglio Comunale a Verona, che chiede di verificare con urgenza queste procedure.

 
 

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