L’ultimo debutto areniano con la spettacolare Turandot

 
 

L’ultima musica di Puccini, una fiaba visivamente sontuosa con i costumi da Oscar e gli interpreti eccezionali. Sono queste le prospettive per il debutto areniano di Turandot di giovedì 4 agosto alle ore 20.45.

Anna Netrebko veste i panni della principessa di gelo che dà il titolo all’opera, sfidata dal principe ignoto di Yusif Eyvazov, suo compagno in scena e nella vita.
Completano il cast Maria Teresa Leva, all’esordio areniano come Liù, il glorioso Ferruccio Furlanetto come Timur, le prestigiose maschere dei ministri Myshketa, Rados e Mezzaro, l’Imperatore di Bosi.

Alla guida dell’Orchestra e del Coro areniani a pieni ranghi c’è il maestro Marco Armiliato, direttore musicale del festival.
Prosegue l’attenzione di Fondazione per i giovani artisti con Gëzim Myshketa, Matteo Mezzaro Riccardo Rados, Carlo Bosi e Youngjun Park.

Turandot, l’ultima opera di Puccini ispirata alla fiaba teatrale di Gozzi, andò in scena per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile 1926, diretta da un commosso Arturo Toscanini, che scelse di concludere la serata proprio con la morte di Liù, punto esatto in cui l’autore si era spento un anno e mezzo prima. Il libretto dei veronesi Giuseppe Adami e Renato Simoni e gli appunti pucciniani per la conclusione furono affidati al compositore Franco Alfano: è con questo finale che la fiaba musicale di Puccini torna all’Arena di Verona come quinto e ultimo debutto operistico del 99° Festival 2022.

Il capolavoro pucciniano, in Arena già nel 1928 e da allora divenuto il quarto titolo più amato e rappresentato in Anfiteatro con 150 repliche, presenta la Cina “al tempo delle favole” con regia e scene di Franco Zeffirelli, create per l’unicità del palcoscenico veronese nel 2010 e riprese con successo più volte fino al 2018. Il suo ritorno avviene con lo schieramento a pieni ranghi dei complessi artistici e tecnici areniani, con i costumi del premio Oscar Emi Wada, da poco scomparsa, le luci di Paolo Mazzon, i movimenti coreografati da Maria Grazia Garofoli e la partecipazione del coro di voci bianche A.d’A.Mus. diretto da Marco Tonini.

 
 
Classe 1959. Sono iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1983. Sono stato il responsabile dell’ufficio stampa di Amia per oltre trent’anni. Appassionato di storia e cultura veronese ho fondato la rivista Civiltà veronese e una casa editrice che ha pubblicato importati volumi, tra cui alcuni racconti inediti di Emilio Salgari e “Le invenzioni del cerusico coltelli di Berto Barbarani”. Appassionato di storia religiosa ho pubblicato oltre mille schede biografiche di santi, beati, venerabili e servi di Dio. Dopo aver fatto il parlamentare, il sindaco e il consigliere comunale, da pensionato voglio torno ad occuparmi di quanto mi appassiona.

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