“Siamo un gruppo di professionisti e imprenditori, stanchi dell’arroganza di questa amministrazione…”
Questo l’incipit della famosa lettera del corvo, recapitata nel maggio 2013 a Palazzo Barbieri denunciante gli illeciti dell’allora Vice Sindaco Vito Giacino. Gravi accuse che si trasformarono in esposto quando l’allora capogruppo del PD Michele Bertucco diede la stura alle indagini degli inquirenti.
Vecchia e mai digerita storia di corruzione mediante tangenti dell’ex Assessore, poi condannato in via definitiva nonostante il garantismo dell’ex Sindaco Flavio Tosi, legato al suo ex braccio destro non solo per questioni amministrative ma anche da sincero rapporto di amicizia.
Dopo la condanna, Verona è pronta a vivere un altro capitolo di quella dolorosissima vicenda, di cui la città tuttora ne paga le conseguenze. “L’urbanistica territoriale – sottolinea l’Assessore Michele Bertucco – risente ancora pesantemente delle scelte che furono compiute allora. Sebbene fin dalle prime indagini della magistratura emergesse un ampio e gravissimo sistema di concussione, né l’amministrazione di allora né le due amministrazioni successive misero mai in discussione, dal punto di vista tecnico e politico, l’impianto della politica urbanistica formulata allora, limitandosi a prendere atto dei provvedimenti della magistratura sul piano penale”.
Una politica, quella di Vito Giacino, che senza dubbio ha penalizzato e penalizza il Comune di Verona, che tra poco meno di un mese (ndr. 20 Aprile pv) comparirà davanti alla Sezione Veneta della Corte dei Conti per richiedere la condanna dell’ex ViceSindaco al pagamento di una somma a titolo di risarcimento per il danno di immagine causato dalla vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista al tempo in cui era vicesindaco della città e assessore all’Urbanistica e per la quale è stato condannato in via definitiva.
“Si tratta a memoria d’uomo – dice ancora Bertucco – della prima volta che il Comune di Verona formula una richiesta del genere nei confronti di un suo ex amministratore, ed in particolare è anche la prima volta che il Comune di Verona avanza una qualsiasi richiesta di condanna o risarcimento nei confronti dell’ex vicesindaco che pure si era macchiato di reati molto gravi commessi durante l’esercizio delle sue funzioni e che furono portati alla luce a seguito di un esposto del sottoscritto”.