La Goletta dei Laghi: sul Garda solo un punto su sei è risultato fuori dai limiti

 
 

Presentati i risultati del monitoraggio della quarta tappa della campagna di Legambiente

Su sei punti monitorati, uno solo è risultato inquinato.

È questo, in estrema sintesi, il bilancio del monitoraggio microbiologico realizzato dai tecnici della Goletta dei Laghi nei giorni scorsi, in occasione dell’arrivo sulla sponda veneta del Lago di Garda della campagna di Legambiente, realizzata in collaborazione con il CONOU (Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati) e Novamont.

Da 14 anni la Goletta dei Laghi rileva le principali fonti di criticità per gli ecosistemi lacustri: gli scarichi non depurati e inquinanti, la cementificazione delle coste, la captazione delle acque, l’incuria e l’emergenza rifiuti, in particolare l’invasione della plastica, che non riguarda soltanto mari e oceani, ma anche fiumi e laghi.

I risultati del monitoraggio sono stati presentati stamane a Verona nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Chiara Martinelli, presidente di Legambiente Verona, e Lorenzo Albi, di Legambiente Verona.

Il lavoro dei tecnici si è concentrato principalmente su due fronti di indagine: quello delle microplastiche in acqua e quello dell’inquinamento microbiologico.

I DETTAGLI DELLE ANALISI MICROBIOLOGICHE SUL GARDA

Quello di Legambiente è un campionamento puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni.

La qualità delle acque del Lago di Garda è un elemento imprescindibile per lo sviluppo del territorio, soprattutto per quanto riguarda la vocazione turistica. Nelle analisi della Goletta dei Laghi vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che si trovano lungo le rive dei laghi, punti spesso segnalati dai cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica di origine fecale, dovuta all’insufficiente depurazione che, attraverso scarichi e corsi d’acqua, arriva nel lago.

In questi giorni sono stati sei i punti campionati sul Lago di Garda, lungo la costa veneta. Il solo punto risultato “inquinato”, secondo i parametri di Goletta dei Laghi, è quello a Castelnuovo del Garda, nella località Ronchi. Il punto del rilevamento è stata la foce del Rio Dugale dei Ronchi.

Entro i limiti, invece, gli altri cinque punti nei comuni di Garda, Bardolino, Lazise e Peschiera.

“Sorpresa positiva per i rilevamenti nelle acque venete, che rispetto agli scorsi anni non presentano marcate criticità”, afferma Lorenzo Albi, di Legambiente Verona. “Ma ci riserviamo il beneficio del dubbio in conseguenza delle scarse precipitazioni registrate, che hanno impedito all’eventuale carico contaminante di raggiungere dall’entroterra le acque del lago.” Albi continua: “Non smetteremo quindi di vigilare sulle criticità del lago anche grazie alla collaborazione con l’Azienda Gardesana Servizi (AGS), con la quale portiamo avanti attività di campionamento durante tutto l’arco dell’anno.”

IL MONITORAGGIO RELATIVO ALLE MICROPLASTICHE

Per il quarto anno consecutivo, grazie alla collaborazione con ENEA, è stata monitorata anche la presenza di microplastiche nelle acque dei laghi, focalizzando l’attenzione sull’apporto degli impianti di trattamento delle acque reflue rispetto alla quantità di microplastiche presenti. Nel 2018 il Lago di Garda ha riportato una densità media di oltre 36 mila particelle di microplastiche per chilometro quadrato.

Per il monitoraggio sul lago di Garda, partner tecnico che ha messo a disposizione l’imbarcazione, è stata la rete di imprese Garda Green Club, che vede aderenti strutture ricettive che adottano un disciplinare ecologico per ridurre l’impatto ambientale sull’ecosistema lacustre.

“È fondamentale continuare gli studi non solo per il fenomeno in sé, ma anche per comprendere le potenziali conseguenze della presenza di microplastiche nelle acque”, sostiene Chiara Martinelli, presidente Legambiente Verona. “Con il passaggio della Goletta lanciamo un appello a tutti i comuni e a tutte le strutture ricettive del lago con l’intento di avviare un percorso verso il plastic free.”

“Gli studi effettuati in questi anni dal team del Cigno Verde”, continua Chiara Martinelli, “e in generale le ricerche della comunità scientifica mondiale, confermano che la matrice principale delle microplastiche in acqua sia la cattiva gestione dei rifiuti urbani. Scegliere di ridurre massicciamente la plastica e, in particolare, il monouso, può essere determinante per mitigare il fenomeno.”

Diverse le novità della Goletta dei Laghi quest’anno, tra cui l’analisi della presenza di microplastiche fino a 50 metri di profondità, e la ricerca di comunità microbiche sulle microplastiche rinvenute – la cosiddetta plastisfera, potenziale veicolo di elementi patogeni dannosi per l’ecosistema e per l’uomo – grazie alla collaborazione con l’Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio nazionale delle ricerche (Irsa-Cnr).

 

 
 

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