Il pianeta è malato e Verona consuma suolo e si riempie di centri commerciali

 
 

Il cambiamento del clima come fattore epocale causato da incuria e dissipazione umana è oggi tra le maggiori sfide dell’umanità in assoluto. La polluzione ed il riscaldamento dell’atmosfera, il cambiamento profondo delle stagioni, la regressione dei ghiacciai, l’innalzamento del livello dei mari, l’inquinamento da plastica giunto ormai ovunque, dal fondo degli oceani fino alle vette più alte delle catene montuose, che corrompe gli habitat della fauna e della flora di terra e di mare, sono parte di una seria ed inesorabile minaccia, frutto della predazione cui abbiamo sottoposto e stiamo ancora sottoponendo il pianeta. In poche e semplici parole possiamo dire che l’aria diventa sempre meno respirabile per tutti gli esseri viventi ed il clima sempre meno abitabile, tale da indurre grandissimi e pericolosi cambiamenti che potrebbero incidere profondissimamente anche sul numero e sulla dislocazione degli esseri umani sulla Terra.

Sono in aumento i fattori di malattia del pianeta (gas di serra ed inquinamento atmosferico da emissioni nocive di vario genere), e sono invece in diminuzione i fattori di salute, cioè le foreste pluviali che si riducono ad un ritmo vertiginoso.

I governi e le istituzioni internazionali sono da tempo ben consapevoli che non c’è tempo da perdere, ma in larga misura non riescono a tradurre tale consapevolezza in azione – troppo forti sono gli interessi miopi del breve periodo che ne verrebbero intaccati.

Il cambiamento climatico sta avvenendo ormai inevitabilmente, non potremo più fermarlo o tornare indietro. Ora si tratta di contenere la mutilazione ed i tempi del peggioramento ad un livello perlomeno gestibile: come chi ha subito un primo infarto e deve vivere diversamente da prima se vuole prevenire o perlomeno distanziare nel tempo un secondo o terzo attacco che sarebbe letale.

“A livello planetario – rileva La Coalizione Clima Verona, costituita da associazioni e realtà ambientaliste locali per organizzare azioni unitarie – ci vuole una drastica “conversione ecologica”, con nuove politiche coraggiose, grandi piani che coinvolgano i governi delle super potenze, dalla Cina agli Stati Uniti, dal Brasile all’India, con revisione dei – trasporti – infrastrutture – sistemi energetici – impianti industriali – produzioni agricole – distribuzione – governo delle città – gestione delle acque – pesca e allevamenti intensivi -.

Ma non possiamo aspettarci cambiamenti solo dall’alto. Ognuno deve fare la propria parte.

Una cosa è certa: se non si avranno consistenti e massicci cambiamenti tra le moltitudini dei cittadini soprattutto dei paesi industrializzati, tra le industrie, nei comportamenti, negli stili di vita, nelle abitudini di consumo, di trasporto, di riscaldamento, insomma, al livello delle nostre scelte quotidiane, allora tutte le statuizioni e tutti gli obiettivi fissati dalle istituzioni governative e internazionali, sarebbero ancor più vane ed inutili.

I provvedimenti, a questo proposito, ed in particolare nel campo della riduzione di emissione di anidride carbonica, possono essere molti e variegati: Si va dalla co-generazione alla valorizzazione di fonti autonome e rinnovabili di energia a livello comunale (acqua, biomassa, ecc.), da misure di pianificazione urbanistica al continuo monitoraggio del risparmio energetico negli edifici pubblici, dalla consulenza ecologico-energetica offerta ai privati ad una politica degli incentivi e disincentivi comunali, da misure di riduzione del traffico privato e di ristrutturazione di quello pubblico secondo criteri di maggiore compatibilità ambientale sino alla politica dei rifiuti (riduzione, raccolta separata, riuso e riciclaggio, recupero energetico, politica tributaria comunale favorevole a questi scopi).

Anche le singole città possono fare molto per un futuro amico.

Verona ha ampi margini di miglioramento della propria politica ambientale.

Verona consuma suolo e si riempie di centri commerciali, consuma e disperde acqua, aumenta il tasso di motorizzazione privato; ai pesanti tassi di inquinamento dell’aria reagisce solamente per effetto delle sanzioni, riduce i km di piste ciclabili e aumenta il rischio incidenti, gestisce i rifiuti come un decennio fa, rimane indifferente alle isole pedonali e agli spazi verdi urbani, pur avendo inserito nel proprio piano strategico il Parco dell’Adige Nord e Sud e il Parco delle Mura e dei Forti, in attesa da qualche decennio dei piani d’attuazione e relegati alla stregua delle aree marginali e problematiche.

È questa la fotografia della nostra Verona, in cui la maggior parte delle iniziative e degli interventi attuati sono stati praticati al di fuori di una visione complessiva che ha privilegiato il comparto delle costruzioni senza alcuna considerazione sull’impianto della mobilità, rifiutando qualsiasi idea di pianificazione integrata, delegando il privato a minime e incoerenti attuazioni di standard urbanistici deviati a favore della stessa struttura proponente.

La staticità e l’incapacità di rinnovarsi sono gli elementi che hanno caratterizzato le politiche urbane veronesi dell’ultimo ventennio. Una città incapace di rinnovarsi, testimoniata dall’assenza di politiche coraggiose e investimenti adeguati.

Noi, come Coalizione Clima Verona, lavoriamo per una nuova politica ambientale, e abbiamo individuato le seguenti criticità strategiche su cui è urgente intervenire:

Aria

Ozono, Pm10 e Pm 2,5 rimangono tra le criticità, condivise con l’intera pianura padana, più pesanti per la nostra città

Mobilità

L’alto tasso di motorizzazione a Verona (64 auto e 14 moto ogni 100/ab), che si traduce nel ricorso all’auto privata per la stragrande maggioranza degli spostamenti, genera una lunga serie di esternalità negative economiche, ambientali, sociali e sanitarie.

Rifiuti

Costante la produzione pro capite di rifiuti di 529 kg/ab. Il porta a porta, sistema unitamente alla Raccolta Differenziata in grado di affrontare virtuosamente la gestione dei rifiuti, ha raggiunto solo il 23,3% realizzato a Verona

Acqua

In pesante aumento ancora i consumi idrici a 237 l/ab/die (media 152,7). Altrettanto grave la situazione delle perdite in rete: il 33,9% dell’acqua messa in rete ma che non raggiungerà mai i nostri rubinetti. La rete idrica diventa ogni anno più vecchia, senza le opportune opere di manutenzione e i necessari segnali di discontinuità rispetto al passato è inevitabile che la dispersione confermi tutte le sue criticità.

Verde

A lungo anche nella nostra città sono stati abbattuti, spesso inutilmente, alberi per far posto a infrastrutture ed edifici. Oggi è indispensabile fare il contrario, recuperando superficie impermeabilizzata per far posto agli alberi, non puntando più solo sui polmoni verdi confinati nelle aree residue tra gli spazi urbanizzati, ma a un nuovo e più ambizioso obiettivo: verde dappertutto

Suolo

La quantità di suolo artificializzata è pari al 33,7% della superficie territoriale comunale per complessivi 6700 ha. Secondo le previsioni vi saranno ulteriori 5 milioni di mq di superficie edificabile. Complessivamente le opere “di previsione”, solamente in piccola parte ad oggi attuate, ammontano a ulteriori 900 ha, portando la superficie complessiva artificializzata a 7600 ha, il 38% della superficie comunale. Fino ad oggi per ogni residente sono stati artificializzati circa 260 mq, e se andranno attuate le opere in previsione si arriverà a 290 mq/ab

 
 

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