Giorgio Gabanizza appassiona con le sue “Stagioni ritrovate”

 
 

“Stagioni Ritrovate. Con Appunti per un Poema. (1960-1965)”di Giorgio Gabanizza è un libro che sorprende per l’assoluta freschezza. I versi lasciati a lungo tra le pagine, vengono riscoperti, innanzitutto dall’autore, che li affida al pubblico a distanza di vari anni.

Il libro, edito da Albatros il Filo. è stato presentato presso la libreria Libre, al 38 di Interrato Acqua Morta a Verona, da Sebastiano Saglimbeni, docente, saggista, traduttore, scrittore e poeta di lunghissimo corso (finalista al Premio Poesia Viareggio nel 1977) e un lettore, un giovane legale e dirigente politico, Marco De Pasquale.
In realtà la relazione introduttiva di Saglimbeni è stata letta in sua assenza, rimasto a casa colpito dal covid, che ha, inoltre, illustrato nuove poesie inedite di Gabanizza con l’esortazione a continuare a versificare e a pubblicare a breve un nuovo testo.

Entrambi hanno sostenuto che i versi, pur risalenti agli anni sessanta, sono ancora attuali e nel leggerli, ha sottolineato De Pasquale “non si trova nemmeno un granello di polvere”. L’autore ha illustrato come le passioni per la poesia e la letteratura e quella politica non hanno saputo in lui convivere se non fino al 1965, anno in cui” il febbrile impegno politico lo fagocita totalmente”, ritenendo che profondi cambiamenti sociali, culturali, politici sono più facilmente conseguibili con la massima
dedizione nell’impegno politico. Gabanizza appartiene a quel Novecento che ha vissuto la “politica come destino”, seppure scelto.
La pubblicazione di questa silloge di versi, consigliata da amici poeti, avviene in quanto da tempo l’autore, riconsiderando la funzione della poesia, la fa convivere con la passione politica, che comunque non è venuta meno, si è cronicizzata e non l’abbandona.

Quel che il lettore e la lettrice troveranno è la forza di una poesia in grado di illuminare il quotidiano e, al contempo, di indicare una traccia di lavoro da sviluppare per nuovi modi di vita e di organizzazione della società.

Ma non è solo questo: in vari punti l’incedere incalzante lascia il posto a qualche punta di inquietudine e disincanto, che non sono mai fini a loro sé stessi, ma sempre orientati ad una ricerca che, evidentemente, non è ancora finita.
Anzi, forse, in un certo senso, è appena iniziata.

Durante l’incontro si è aperto uno stimolante dibattito, non solo sui versi e sui contenuti del libro. La discussione emersa è stata in particolare sulla relazione tra cultura e politica, tra impegno creativo, sociale ed istituzionale, cui hanno partecipato, nell’ordine, Franco Casati, Alberto Tomiolo, Silvano Zavetti, Bruno Meneghelli, Elisa Zoppei, Bruno Castelletti ed Ida Erbice.

 
 
Classe 1959. Sono iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1983. Sono stato il responsabile dell’ufficio stampa di Amia per oltre trent’anni. Appassionato di storia e cultura veronese ho fondato la rivista Civiltà veronese e una casa editrice che ha pubblicato importati volumi, tra cui alcuni racconti inediti di Emilio Salgari e “Le invenzioni del cerusico coltelli di Berto Barbarani”. Appassionato di storia religiosa ho pubblicato oltre mille schede biografiche di santi, beati, venerabili e servi di Dio. Dopo aver fatto il parlamentare, il sindaco e il consigliere comunale, da pensionato voglio torno ad occuparmi di quanto mi appassiona.

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