Ezio Bosso; l’omaggio in Arena, questa sera, con degli spettacolari ‘Carmina Burana’

 
 

Per un’unica eccezionale serata oggi, venerdì 12 agosto, le millenarie pietre dell’Anfiteatro Veronese risuoneranno delle note create da Carl Orff negli anni ’30: i celeberrimi Carmina Burana, un mondo sonoro al contemporaneo antico e moderno, tratto dai canti goliardi dei clerici vagantes del Medioevo, scoperti nella biblioteca del monastero bavarese di Benediktbeuern (anticamente Bura Sancti Benedicti), di cui solo vent’anni dopo fu scoperto il modo di interpretare le melodie contenute nella pergamena originale.
Da questa raccolta poetica, Orff scelse 24 brani in latino, provenzale, alto tedesco medio e li tradusse in un linguaggio che guardava tanto alle sonorità barbariche e sperimentali di Stravinskij quanto ad un linguaggio tonale più immediato, in un percorso drammaturgico che inneggia all’amore e alle gioie terrene della vita.

All’Arena di Verona i Carmina Burana, già popolari e amatissimi, sono comparsi nel 2014 e 2015, quindi nel 2019 per l’unica presenza del compianto Ezio Bosso, direttore e compositore prematuramente scomparso nel 2020.

A distanza di tre anni, Fondazione Arena ricorda quella serata con una dedica al M° Bosso, affidando la conduzione ad Andrea Battistoni, giovane Maestro veronese dalla carriera internazionale, attualmente direttore principale della Filarmonica di Tokyo, nonché prima bacchetta a portare il capolavoro di Orff in Arena.

La cantata scenica di Orff schiera sull’immenso palcoscenico areniano un organico colossale: tutta l’Orchestra con una ricca sezione di percussioni, pianoforti, doppio Coro, con le maestranze artistiche della Fondazione Arena di Verona (maestro del coro Ulisse Trabacchin) e coro di voci di bianche (in questo caso le forze congiunte dei due cori A.Li.Ve., col suo maestro Paolo Facincani, e Ad’A.Mus. preparato da Marco Tonini).
Inoltre sono richieste tre voci soliste di spessore per le mirabolanti acrobazie vocali pensate da Orff per un baritono che è una sorta di gran cerimoniere nell’inno alla vita, qui incarnato da Mario Cassi, un ironico ultimo canto del cigno (arrostito) affidato all’ acutissima tessitura di un tenore in falsetto o alla vocalità piena di un controtenore, che in questo caso è lo specialista Filippo Mineccia, al debutto areniano.

Infine una voce di soprano incarna l’eterno femminino fra dolcezze e acuti astrali: per l’occasione questi brani sono interpretati dall’acclamata stella del Belcanto Lisette Oropesa, reduce da un trionfo personale come protagonista della Traviata. Lo spettacolo, che si avvale delle luci disegnate da Paolo Mazzon, durerà 70 minuti circa senza intervallo.

 
 

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