Aeroporto Catullo – Fuochi di paglia

 
 

Quando canta il gallo, le galline fanno le uova.

Marchi parla e non sorprende, era quasi scontata la risposta alla Fondazione CariVerona.
Come i bravi squali dell’economia, dopo aver azzannato la preda Catullo, mica se la fanno scappare.

Tanto, sempre come afferma l’astuto Marchi, c’è la fila per comprare il Catullo, e quindi se come già spera, e come invece non sarà, dovesse avere una quota in più e il controllo ufficiale (perché quello di fatto gli era stato dato dai patti parassiti, ops… parasociali), allora potrà avere la super mega plusvalenza!

La politica cittadina cosa fa?

Ci chiediamo come sia possibile che la Camera di Commercio (ed anche Confcommercio) si presti a questo giochetto, come se i Veronesi fossero tutti scemi, matti si, ma rincoglioniti no.

È evidente che la Madia obblighi a vendere, ma è anche vero (e scontato) che i soci pubblici non possano “svendere” una partecipazione che vale molto sul mercato, solo per far contenti i soliti noti sempre a danno del territorio, che ricordiamo ha più di diecimilioni di componenti.

Purtroppo il peccato originale è stato facilitare l’ingresso  di SAVE nella Catullo SpA, i soci Veronesi pensando di mantenere in vita un carrozzone per posti, non hanno più avuto il controllo della situazione a causa degli accordi sottoscritti con SAVE, e soprattutto non hanno vincolato il Doge partner industriale ad investire e rilanciare la Catullo SpA.

Per recuperare la situazione in questa post pandemia serve agire con celerità e serve una strategia comune tra i soci pubblici, in quest’ottica è necessario realizzare assolutamente l’aumento di capitale a sostegno della Catullo SpA come Aerogest intera, e non come singoli soci (come propone di fare il 1° cittadino chiudendo la Aerogest, e come suggeriscono anche le opposizioni con in testa il Bertucco). La soluzione proposta dal 1° cittadino altro non fa che favorire il socio privato SAVE che avrebbe spazio di trattare, ad esempio, con la Camera di Commercio e con il buon Riello (@salzman) molto disponibile a cedergli le sue quote per la “nobiltà amicale” che da decenni soffoca lo sviluppo e la crescita della città.

Quello che non vorremo (ri)vedere sono i fatti di AGSM che stava finendo in mano ad A2a (anche qui senza gara…) con regia del 1° cittadino. L’aeroporto in questi anni di gestione SAVE è stato letteralmente “affossato” con le complicità politiche ben visibili. Anche nel 2014 c’era la fila (Fraport, Monaco, F2i, AMP investments e nel 2019 First State) per acquistare la Catullo, e il buon presidente Arena non può smentire, ed è un vero peccato non aver favorito una gara ad evidenzia internazionale per fare entrare un partner industriale vero, uno che avrebbe investito nel sistema del Garda rilanciandolo.

In questo momento tutti gli aeroporti sono in grave crisi di liquidità. Gli spifferi dicono anche che i fondi soci al 90% in SAVE (Deutsche Bank ed Infravia) sono pronti ad uscire. Con quali soldi farà gli investimenti il buon Doge?

Come manterrà le promesse da lagunare?

Si è aperta una finestra in cui le trattative per acquisire l’intera SAVE sono possibili. Se sono possibili queste crediamo sia possibile anche avere una strategia comune tra soci pubblici, e non invece una situazione in cui Camera di Commercio e Confcommercio sono completamente nelle mani di Marchi.

Nell’ultima seduta della commissione Bilancio in Comune sul futuro del Catullo si è visto il solito Arena dire cose incredibili e contraddittorie.

È arrivato a dire che lo scalo punta ad arrivare a 7 milioni di passeggeri, dimenticando che il CdA ha approvato un Piano di Sviluppo con il quale, se tutto va bene, si potrà arrivare (con difficoltà e livelli di servizio basissimi) a 4.5 milioni di passeggeri. Tutto ciò è confermato dal Comitato Ambiente Aeroportuale che ha dimezzato il numero di movimenti da 80 mila ad appena 42 mila. Ci chiediamo come fa a dire queste cose?

Per fortuna che alla stessa seduta non era solo e hanno partecipato l’ing. Renato Della Bella e l’Avv. Andrea Sartori, voci fuori dal coro #menomalechesavece  che hanno ridimensionato l’intervento di Arena & Co.

È assolutamente necessario che la politica locale, che gestisce la città, sappia amministrare correttamente e senza accordi di comodo la partita aeroporto. Il post pandemia lascerà molte vittime (aeroporti che chiudono) per strada.

Per concludere, la città è presente e vigile sulla questione aeroporto e alle elezioni comunali saprà bene chi non votare. Per le politiche del 2023 stiamo osservando quello che succede ….

Gli ultimi focolai di consociativismo presto saranno spenti …. e il galletto alla brace.

Gerardo Grote

 
 

1 COMMENTO

  1. Davvero Lei crede che dopo questa oramai pluriennale pantomima i Veronesi capiscano finalmente chi votare?
    Vorrei essere speranzoso quanto Lei…

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