Accordo Ministero Giustizia-ANCI: detenuti impiegati nel recupero spazi pubblici e aree verdi

 
 
Un protocollo d’intesa per incrementare le opportunità di lavoro e di formazione
lavorativa dei detenuti nella tutela dell’ambiente e nel recupero degli spazi pubblici e delle aree verdi. Lo hanno sottoscritto il 5 aprile 2018, a Roma, il Presidente dell’ANCI e Sindaco di Bari, Antonio Decaro, e il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), Santi Consolo. L’accordo di collaborazione prevede la promozione e l’attuazione di un programma sperimentale per coinvolgere i detenuti in attività lavorative extramurarie rivolte alla protezione ambientale e al recupero del decoro degli spazi e delle aree di verde pubblico.
In virtù del protocollo, l’ANCI si impegna promuovere i contatti nei Comuni sedi di istituti penitenziari per il raggiungimento degli obiettivi condivisi, di favorire insieme con il DAP sia la partecipazione a bandi europei che la promozione di progetti da finanziare anche attraverso la cassa delle ammende.
“Governo e Parlamento – ha dichiarato il ministro della Giustizia, Andrea Orlandohanno scelto di andare verso un nuovo modello penitenziario, finalizzato non soltanto al reinserimento sociale dei detenuti, ma anche allo svolgimento di attività gratuite in favore della collettività come finalità riparativa della pena”.
“Il carcere dev’essere un luogo dove scontare la pena, ma anche una occasione di recupero e reinserimento nella società – ha aggiunto il presidente dell’Anci Antonio Decaro –. Per questo abbiamo sposato con convinzione l’idea di un protocollo che dà ai detenuti la possibilità di imparare un mestiere, contribuire alla cura del bene pubblico e riabilitarsi socialmente”.
I detenuti impiegati, ad oggi, sono circa 570 e 973 sono le sezioni detentive in cui operano. Grazie all’accordo siglato le parti puntano a raggiungere il 100% della copertura a livello nazionale coinvolgendo anche quei Comuni che ancora non hanno attivato il servizio.
Il protocollo ANCI-DAP, di durata triennale, può essere considerato un esempio di buone pratiche strutturate tra pubbliche amministrazioni ed utile all’intera collettività. Anche se nella prima fase partirà in via sperimentale dai Comuni capoluogo delle Città Metropolitane (Roma Capitale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, Cagliari, Catania, Messina, Palermo) c’è da scommetterci che dopo la fase di monitoraggio sarà esteso anche alle altre città.
Alberto Speciale
 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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